
L'invasione russa dell'Ucraina
All'alba del 24 febbraio il presidente russo Vladimir ha ordinato l’invasione dell'Ucraina, come da settimane molte cancellerie occidentali temevano. L'escalation è avvenuta dopo la decisione di Mosca di riconoscere come indipendenti i territori ucraini controllati dai separatisti delle "Repubbliche popolari" di Donetsk e Lugansk nel Donbass. Il mondo assiste allo spostamento di contingenti e mezzi militari nell’area, mentre le truppe russe avanzano verso Kiev e già oltre 1 milione di cittadini ucraini sono fuggiti verso i paesi vicini. Allarme in Europa, e nei paesi baltici e dell’Europa orientale, dove la NATO ha una presenza stabile e ha già messo in allerta le proprie forze d’intervento.
Donbass, Crimea, Ucraina
Dal 2014, il conflitto nel Donbass in Ucraina orientale, che ha provocato quasi 14.000 vittime e 1,5 milioni di sfollati, è rimasto un dossier aperto per l’Europa, che, oltre ai costi umani della crisi, teme le conseguenze che questa potrebbe avere sui prezzi e sugli approvvigionamenti del gas, che ad inizio 2022 hanno registrato vertiginosi rincari nelle tasche dei cittadini europei. Gli accordi di Minsk, concepiti dopo l’annessione russa della Crimea per offrire una soluzione diplomatica della crisi, con l'arrivo delle truppe a sostegno dei separatisti filorussi del Donbass sono ormai lettera morta. Le sanzioni contro la Russia restano l'opzione principale per le cancellerie occidentali, ma non tutti gli alleati europei sono convinti, in quanto queste potrebbero ripercuotersi proprio sul fronte energetico.
Qual è la posta in gioco? Cosa vogliono le diverse parti in causa? In questa pagina raccogliamo tutti i nostri più recenti approfondimenti sulla crisi ucraina.
Sono trascorsi 16 giorni da quando la Commissione europea ha annunciato il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea, incentrato sull’embargo del petrolio russo. Un pacchetto che però non ha ancora visto la luce per la difficoltà di mettere d’accordo tra loro 27 governi. I Paesi europei stanno comunque compiendo una serie di azioni per smarcarsi il più in fretta possibile dal petrolio e dal gas naturale russi. Ma, senza una cornice comune, raggiungere l’obiettivo sarà molto difficile. Ecco perché.
Italy has perhaps been the swiftest country in the European Union to look southwards toward Africa in its efforts to wean itself from Russian gas.
Western nations are indeed imposing economic and political sanctions on Russia after it invaded Ukraine in late February 2022. Italy is potentially among the hardest hit as it imports about 29 billion cubic metres (bcm) of natural gas from Moscow every year —a figure second only to Germany which accounts for over 40% of its gas demands. Replacing Russia as its main gas supplier will be no mean feat.
“Il nono allargamento della NATO dalla sua fondazione nel 1949, sarà ricordato come l'allargamento di Vladimir Putin”, scriveva qualche giorno fa sul Financial Times l'ex premier finlandese Alexander Stubb. Come il fallimento militare sui campi di battaglia, è il disastro geopolitico della guerra in Ucraina del presidente russo.
Seguendo con l'attenzione dovuta i due giorni intensi della visita di Mario Draghi a Washington, ho avuto un moto di tristezza: pensando che a meno di un miracolo, fra un anno non saremo più governati da lui. Per le cose che ha saputo dire sull'Ucraina, il modo in cui l'ha fatto – determinazione riguardo alla guerra e visione di un futuro oltre il conflitto – Draghi merita quella definizione politica che in Italia è giusto sia usata con parsimonia: statista.
As Russia’s war against Ukraine intensifies, US President Joe Biden and Australian Prime Minister Scott Morrison, among others, have called for President Vladimir Putin to be excluded from the Group of Twenty (G20) annual meeting in Bali, to be held in November 2022.
La Finlandia annuncia: “chiederemo di entrare nella Nato”. E lo stesso sta per fare la Svezia. Addio neutralità: ad innescare il cambiamento è stata l’invasione dell’Ucraina.
The war in Ukraine has raised fears of a major economic impact across the African continent, calling into question its post-pandemic recovery trajectory.
Regions such as the Horn of Africa and West Africa are particularly vulnerable to food crises and food insecurity, whose warning signs are growing globally.
However, the economic implications of the war are multifaceted: while new opportunities for partnerships in the energy sector are emerging, questions arise about the prospects for a green transition in the continent.
On May 9, Russia has celebrated the Victory Day to commemorate the triumph of the Soviet Union over Nazi Germany.
Al 90esimo giorno di guerra le prospettive di un negoziato sembrano più lontane che mai. Il piano di pace italiano trova poche sponde e l’embargo sul petrolio è ancora osteggiato dall’Ungheria.