L’invio di carri armati dai paesi occidentali cambieranno le sorti della guerra in Ucraina? Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI e la giornalista Silvia Boccardi ne parlano con Fabrizio Coticchia, professore associato di Scienza Politica all’Università di Genova, che spiega il braccio di ferro diplomatico tra Germania e Stati Uniti e le conseguenze che potrebbe avere per il corso della guerra.
Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e la giornalista Silvia Boccardi, parlano con Matteo Villa, responsabile del Data Lab di ISPI, per capire cosa sta succedendo con la crisi energetica e cosa ci aspetta questo inverno.
Quando nel 2013 l’allora Presidente armeno Serzh Sargsyan decise di cedere alle pressioni russe e aderire all’Unione economica eurasiatica invece di firmare l’Accordo di associazione con l’UE, molti si sorpresero per la scarsità di proteste della società civile armena.
Secondo l'intelligence ucraina, una parte dei 4.500 missili lanciati dai russi in questi otto mesi di guerra è di fabbricazione iraniana. Oltre a questo, Mosca avrebbe ordinato a Teheran altri 2mila droni Shahed, dopo averne provato in queste settimane l'efficacia sulle città e le infrastrutture ucraine.
Uno sfondamento oltre le prime linee russe, e notizie di azioni decise e forti combattimenti nel sud del paese. Da lunedì Kiev ha lanciato una controffensiva per riprendere il controllo di Kherson, una delle prime città a cadere sotto l’avanzata russa di febbraio.
Secondo giorno di manutenzione straordinaria per il gasdotto Nord Stream, che dovrebbe tornare in funzione sabato. Come accaduto con la manutenzione annuale di luglio, crescono però i timori che Mosca possa utilizzare il pretesto per chiuderlo definitivamente.
“La storia del mondo non è altro che la biografia di grandi uomini”, disse nel XIX secolo il filosofo Thomas Carlyle, riferendosi alla capacità degli “eroi” di plasmare la storia attraverso doti personali e ispirazione divina. Oggi questa visione personalistica della storia è stata ampiamente superata. Il caso di Mikhail Sergeyevich Gorbachev, scomparso il 30 agosto a Mosca a 91 anni, sembra tuttavia un’eccezione.
Introdurre o meno un travel ban a livello europeo per i cittadini russi. Questo il tema, affrontato tra oggi e domani nel meeting dei ministri degli affari esteri Ue che si riuniscono a Praga, che divide i governi europei. Un dibattito che riflette le due posizioni che si scontrano dall’inizio della crisi, tra chi vorrebbe isolare del tutto Mosca (e i suoi cittadini) e chi vorrebbe lasciare aperti spiragli negoziali.