La Croazia premia il governo
Il partito di governo HDZ vince le elezioni parlamentari croate. Al premier Plenkovic serve solo un alleato minore. Debacle socialdemocratica, mentre crescono i nazionalisti del cantante folk Skoro.
Il partito di governo HDZ vince le elezioni parlamentari croate. Al premier Plenkovic serve solo un alleato minore. Debacle socialdemocratica, mentre crescono i nazionalisti del cantante folk Skoro.
Domenica 22 dicembre i cittadini croati saranno chiamati a votare il presidente della repubblica, nelle settime elezioni presidenziali dall’indipendenza del paese. L’attuale capo di stato Kolinda Grabar-Kitarovic è data per favorita, mentre Zoran Milanovic, ex primo ministro, è il principale contendente. Qualora nessuno dei candidati raggiungesse il 50%+1 delle preferenze si andrebbe al ballottaggio, fissato per il 5 gennaio 2020.
Da qualche settimana la Croazia si trova al centro dell’attenzione mediatica per via delle accuse di respingimenti violenti di migranti verso la Bosnia-Erzegovina.
La crisi economica e politico-istituzionale dell’Unione Europea non sembra aver scalfito gli obiettivi europei dei paesi candidati, o aspiranti tali, all’ingresso nello spazio comunitario.
"Il coraggio dell'Europa": questo lo slogan con cui il premier sociademocratico croato Zoran Milanović invitava i propri concittadini a partecipare alle prime elezioni europee mai tenutesi in Croazia – l'ingresso del paese nell'UE è previsto per il 1° luglio. Tuttavia, il risultato elettorale locale e il clima politico continentale offrono tutt'altro panorama: coraggio ed entusiasmo sembrano lasciare il posto a una certa sfiducia e diffidenza reciproca.
Il prossimo primo luglio la Croazia diventerà il ventottesimo membro dell’Unione europea, e questo avrà diverse conseguenze, non solo all’interno della società croata e dell’Unione stessa, ma anche sul resto della regione balcanica, e in particolare sulla vicina Bosnia Erzegovina. Circa mezzo milione di cittadini bosniaco-erzegovesi, ovvero la quasi totalità dei bosniaco-croati, diventerà infatti cittadini dell’Unione, alla pari dei loro vicini zagabresi, dalmati, o slavoni. Il confine tra “Europa” e “mondo balcanico”, si farà più marcato, e allo stesso tempo, più labile.