Il conflitto yemenita, relegato nel “girone dei dimenticati” della politica internazionale, non può più essere trascurato e sottovalutato dai media, ma soprattutto dai decisori politici. Basterebbe qualche numero. Secondo l’Unhcr, circa l’80% della popolazione dello Yemen (25 milioni), già il paese più povero dell’area Mena, necessita di assistenza umanitaria: questo conflitto è finora costato la vita a quasi 6000 mila persone, in particolare civili, portando a oltre 2,3 milioni il numero degli sfollati interni.
«Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi. Sono uomini e donne come noi. Fratelli nostri che cercano una vita migliore. Affamati, perseguitati, feriti, sfruttati. Vittime di guerre. Cercano una vita migliore. Cercano la felicità». Così Papa Francesco ha ricordato nell’Angelus domenicale la tragedia avvenuta sabato notte a 70 miglia dalla costa libica, in cui sarebbero morte 700 persone.
È l’epidemia di ebola più grave della storia quella che da marzo sta colpendo Guinea, Sierra Leone e Liberia. E il pericolo concreto è che il virus, che ha una mortalità fino al 90% e per il quale non esistono cure, si estenda entro breve anche ai paesi confinanti.
Arrivare in Europa dall’Africa non è un’impresa semplice, né economica. I migranti sono costretti a percorrere rotte prefissate e ad affidarsi ai trafficanti di uomini che hanno i mezzi e le conoscenze per affrontare i tragitti in luoghi estremi come il deserto del Sahara.