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Erdogan

La Turchia di Recep Tayyip Erdogan

Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan è al centro delle cronache internazionali già da prima che venisse accusato di essere un dittatore. Da tempo i rapporti tra Turchia ed Europa sono tesi per via dell’assertività di Ankara. Il suo coinvolgimento nel Mediterraneo Orientale, in Siria, in Libia e nel Nagorno-Karabakh hanno posto Erdogan in cima alle preoccupazioni dell’Europa. In particolare, l’UE si trova in qualche modo costretta a dialogare con il presidente turco, sia per le varie crisi in Medio Oriente, sia per il suo ruolo nella gestione dei flussi di migranti che raggiungono l’Unione Europea. A livello interno, la Turchia affronta una crisi economica caratterizzata dalla svalutazione della lira, nonché un peggioramento sul fronte dei diritti civili, come dimostra il ritiro dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne.

Tutte le notizie su Erdogan

Il nodo economia nel futuro di Erdoğan

La spirale inflazionistica in Turchia continua inesorabile. A giugno l’inflazione ha conosciuto un ulteriore rialzo del 4,95% rispetto al mese precedente attestandosi al 78,62%, il livello più alto degli ultimi vent’anni, da quando cioè il Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdoğan è al governo.

La doppia partita di Erdogan

Negli ultimi mesi la Turchia è stata sotto i riflettori internazionali per il suo ruolo di mediatore tra Russia e Ucraina.

Erdogan in cerca di rivalutazione

Crollo della lira e cambiano gli scenari politici. Erdogan, indebolito da un calo di consensi, è alla ricerca di nuovi alleati, interni e esterni.

Giochi pericolosi ad Ankara

Economia turca in difficoltà per il crollo della lira, con un impatto anche sulle relazioni internazionali. Erdogan si trova in una posizione delicata tra Washington e Mosca.

Elezioni in Turchia: a Istanbul tutto da rifare

La Commissione elettorale suprema della Turchia ha deciso di annullare il voto amministrativo dopo appena tre settimane dall’insediamento di Ekrem Imamoglu, candidato del Partito repubblicano del Popolo (Chp), sulla poltrona di primo cittadino di Istanbul, la più popolosa città del paesa.

La Turchia tra recessione ed elezioni

La fase più critica della crisi economica turca iniziata nell’estate 2018 sembra essere superata anche se numerosi sono i segnali di cautela provenienti da più settori dell’economia. A metà gennaio infatti la Banca centrale ha deciso di mantenere i tassi di interesse al 24%, confermando così l’aumento stabilito lo scorso settembre per arrestare la caduta della lira, deprezzatasi nell’ultimo anno di circa il 30% rispetto al dollaro, e per bloccare un’inflazione crescente che a ottobre aveva superato il 25%.

Focus paese: Turchia

Il voto del 24 giugno ha confermato Recep Tayyip Erdoğan alla presidenza della Turchia e il suo Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) alla guida del paese in coalizione con il Partito del Movimento nazionalista (Mhp). Le elezioni parlamentari e presidenziali hanno inoltre reso effettiva la riforma costituzionale, approvata nel referendum di aprile 2017, di cui Erdoğan è stato il principale artefice. Questa ha sancito il passaggio del sistema istituzionale turco da repubblica parlamentare a presidenziale, con un presidente dagli ampi poteri esecutivi.

Turchia: mosse obbligate per evitare il crollo

Che l’economia avrebbe rappresentato la principale sfida della “nuova Turchia” di Recep Tayyip Erdoğan era chiaro già prima delle elezioni di giugno, anticipate proprio nel timore di un effetto boomerang del rallentamento economico sulla popolarità del presidente e del suo partito. Quell’economia, che per oltre un decennio è stato il fiore all’occhiello dei governi dell’Akp e uno dei pilastri su cui si è retto il consenso a Erdoğan. Ma quella “storia di successo” è oggi tramontata.

Crisi della Lira turca: nuove equazioni geopolitiche in Medio oriente?

La crisi che in queste settimane ha colpito la Lira turca, colata a picco nei confronti del dollaro, ha natura squisitamente geopolitica. Negli scorsi giorni, la valuta di Ankara è piombata nel tasso di cambio rispetto al biglietto verde fino a registrare un rapporto di uno a sette. La svalutazione della moneta nazionale si accompagna a elementi di crisi economica strutturale di cui la Turchia è vittima almeno dall'anno scorso.

La Turchia rallenta: le mosse di Erdoğan dopo il voto

La cerimonia di insediamento del presidente Erdoğan lo scorso 9 luglio ha segnato ufficialmente il passaggio della Turchia da sistema parlamentare a Repubblica presidenziale con un capo di stato dagli ampi poteri esecutivi. Nella “nuova Turchia” dell’uomo solo al comando manca di fatto un effettivo contrappeso istituzionale al potere del presidente che, oltre alla prerogativa di emanare decreti con effetto di legge, esercita un controllo sulla magistratura attraverso la nomina di metà dei giudici della Corte costituzionale e del Consiglio superiore della magistratura.

Pieni poteri a Erdogan nella Turchia spaccata a metà

Il presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdoğan, ieri sera in una delle prime dichiarazioni a caldo post voto ha ringraziato e fatto i suoi complimenti, che forse suonavano un po' ironici, a tutti gli altri candidati e detto che, da oggi, inizierà un nuovo corso che porterà a una nuova Turchia, che il capo di Stato ha definito più democratica. Il tutto, in un Paese con i media silenziati e in stato di emergenza da quasi due anni. Senza contare le vittime delle purghe post golpe che fra arrestati, sotto processo e sospesi dai loro incarichi, si contano a decine di migliaia.

Turkey's Opposition Bloc: One Goal, Different Agendas

The June 24 elections in Turkey, unexpectedly announced just two months ago following a decision to bring them forward by a year and a half, promise to be mesmerizing. All elections held in Turkey are usually compelling anyway, since for the past fifteen years they have consisted of a struggle between the Justice and Development Party (AKP), its leader, the current President of the Republic Recep Tayyip Erdoğan, and the strategies fielded by opposition parties to oppose him.

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