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Eurozona

Eurozona: nuovi policy-mix per la crescita
Con la fine della grande espansione monetaria e l'esplosione del debito, la politica economica in UE è chiamata a spostare il focus dalla domanda all’offerta.
Recessione in vista per i "Big 4"

Nonostante un 3° trimestre superiore alle attese, la frenata colpirà tutti i “Big 4”, ma a velocità diverse. Inverno e inflazione potrebbero aggravare la crisi.

Tassi zero, fine di un’era
La BCE ha alzato i tassi dello 0,75% e non si fermerà. Con due obiettivi: contrastare l'inflazione e normalizzare la politica monetaria dopo un decennio.
Economia globale: tassi su, crescita giù
Punti di sutura
Un nuovo debito pubblico europeo?

L'UE ha bisogno di investire nel campo del digitale, dell’energia sostenibile e della difesa. Ma ci sono le condizioni per altre soluzioni comuni dopo NGEU?

Missili sulla ripresa

Il conflitto in Ucraina avrà serie ripercussioni sull’economia europea. L’effetto combinato di crescita più bassa e inflazione elevata peggiora le prospettive.

Le parole dell'Europa: Euro

Nel giorno in cui ha preso avvio un altro Consiglio europeo in cui è stata Brexit a tenere banco, ISPI ha lanciato la newsletter "Le parole dell’Europa”, che accompagnerà i propri lettori fino alle elezioni europee del 26 maggio.

Riforma Eurozona: se non ora quando?

Il Consiglio europeo di fine giugno avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per lanciare una roadmap per il rafforzamento dell’Eurozona.

Europa, crepe ormai alle fondamenta

Unità nella diversità. È il motto adottato dal 2000 per l’Unione europea che oggi però suona come un ossimoro inconciliabile. E lo sarà ancora di più nel 2016 e negli anni a venire perché inesorabilmente sbagliato. Si basa infatti su un concetto statico di diversità: il dato cumulato di secoli di storie diverse – e spesso altamente conflittuali – che avrebbero dovuto trovare nella costruzione europea il momento ultimo di sintesi unitaria.

Grexit: un fallimento di tutti

Fino a giovedì scorso l’accordo con la Grecia sembrava davvero a portata di mano. I termini di questo accordo erano trapelati e vertevano su tre punti fondamentali. Anzitutto c’era il nodo delle pensioni. Nelle intenzioni del governo greco l’età pensionabile sarebbe stata portata a 67 anni, ma non prima del 2036. Il compromesso raggiunto puntava invece ad anticiparla al 2025. Considerando l’enorme peso – il più alto in Europa – che la spesa pensionistica ha sul Pil greco non appariva un compromesso inaccettabile.

Obama-Renzi: amicizia cercasi per crescita economica

Le operazioni di sicurezza in Libia, i rapporti con la Russia, lo stato dell’Unione Europea e dell’euro, il sistema di contrappesi alla leadership economica della Germania, le spese militari e gli accordi di libero scambio nell’area transatlantica.

Mario Draghi, l'euro-politico

Secondo Forbes è l’italiano più potente del mondo, o almeno lo è stato nel 2014. Parliamo di Mario Draghi(1), il presidente della Banca centrale europea (Bce). Nel corso di questi anni, Draghi è andato ben al di là del mandato ‘tecnico’ che gli statuti Bce prescrivono, e si è spesso comportato da politico, se non da statista, al servizio della causa europea.

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