L’incontro trilaterale tra Renzi, Merkel e Hollande a Ventotene ha a che fare con molte cose ma di certo non con l'eredità del Manifesto di Ventotene.
La globalizzazione contemporanea ha creato una crescente asimmetria tra il potere economico-finanziario che opera a livello globale e il potere politico che agisce ancora prevalentemente su scala nazionale. Ciò comporta un’erosione di sovranità che limita le opzioni di politica economica e sociale e i poteri di regolazione dei governanti nazionali e la loro capacità di realizzare i programmi e render conto dei risultati a cittadini elettori che si sentono sempre più impotenti e irrilevanti.
Il Consiglio europeo del 28 giugno ha sicuramente rappresentato una svolta significativa non tanto nei contenuti, quanto nella manifestazione di coesione e determinazione nell’affrontare la crisi dell’euro. Quanto ai risultati sarei piuttosto prudente, evitando inopportuni parallelismi con la nostra nazionale di calcio ( ancor più dopo la solenne sconfitta con gli spagnoli), senza per questo voler sminuire il ruolo di primo piano svolto dal presidente Monti e dai suoi collaboratori in questo difficile negoziato.
I leader di tutta Europa hanno reagito al risultato delle elezioni greche con un’ennesima intrusione in decisioni che spettano solo al Vuli ton Ellinon (il Parlamento greco o “consiglio dei greci”) chiedendo a gran voce un governo “subito”.