Ridimensionamento della presenza militare in Iraq e Afghanistan in favore di nuove missioni in Africa, in particolare nel Sahel. Questa è la rotta tracciata dal Parlamento italiano il 17 gennaio. Nonostante le Camere sciolte il nostro governo ha “urgentemente” approvato il dispiegamento di truppe in Niger, Libia, Tunisia, Marocco e Repubblica Centroafricana per un totale di oltre 83 milioni di euro per il 2018 (di cui 65 fra Niger e Libia).
Terremoto politico nel secondo turno delle elezioni legislative in Francia. Per la prima volta in più di vent’anni, la coalizione del presidente neoeletto perde la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale. Rispetto ai 289 seggi necessari, Ensemble si ferma a 245: più parlamentari di qualsiasi altro partito ma 105 in meno rispetto alle elezioni di cinque anni fa.
Dopo le elezioni presidenziali di aprile, la Francia torna ai seggi per rinnovare i 577 deputati dell'Assemblée Nationale. Il voto rappresenta una sfida cruciale per il presidente Macron.
Macron è stato rieletto alla presidenza della Repubblica con il 58,5% dei voti. Ma anche se Le Pen ha perso gli appuntamenti elettorali, è innegabile che abbia contribuito a spostare a destra il Paese.
Cosa ci possiamo aspettare dai prossimi cinque anni di Macron? Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e Silvia Boccardi, giornalista, dialogano con Antonio Villafranca, responsabile della ricerca dell’ISPI.
L'evento, organizzato da ISPI in collaborazione con Fondazione Corriere della Sera, è stato trasmesso in streaming martedì 26 aprile alle ore 18:00 sulla pagina Facebook, sul canale YouTube e sito dell'ISPI.
Emmanuel Macron vince le elezioni presidenziali francesi, confermandosi per un secondo mandato. Secondo le proiezioni il presidente uscente ha ottenuto il 58,5% dei voti, staccando di oltre quindici punti Marine Le Pen (41,5%). A giugno le elezioni parlamentari.
Rivedi l'evento10 punti percentuali. Questo è il divario che separa Macron e Le Pen secondo gli ultimi sondaggi. Sondaggi a cui non solo Parigi ma anche Kiev e Bruxelles guardano con il fiato sospeso. Se dovesse diventare presidente Le Pen, la posizione francese e di conseguenza europea nei confronti della crisi in Ucraina potrebbe infatti cambiare. E non di poco.
Dal carovita al clima, fino alla guerra in Ucraina: nel dibattito tv tra Macron e Le Pen si scontrano due visioni opposte della Francia e del mondo. L’Europa guarda con apprensione al voto di domenica, cruciale per l’intera Unione.
Un evento cataclismatico. Uno spartiacque della storia europea. È diffusa la percezione che, se Marine Le Pen vincesse al secondo turno delle presidenziali francesi, una rottura tra Parigi e Bruxelles sarebbe difficilmente evitabile. Il processo di integrazione, quanto meno, subirebbe un duro colpo. L’Unione potrebbe essere ridotta all’impotenza. E la coesione che le ha consentito finora di opporsi efficacemente all’aggressione di Putin contro l’Ucraina potrebbe rapidamente sgretolarsi.