Si avvicina l’autunno, e la “morsa energetica” della Russia nei confronti dell’Europa si fa sempre più stretta. La Commissione e i governi UE cercano un difficile accordo per una controffensiva a difesa delle economie europee. Tuttavia le proposte di tetti sui prezzi del gas sono variamente fattibili ed efficaci: alcune ci porterebbero rapidamente allo scontro frontale con Mosca, altre potrebbero ridurre i prezzi delle bollette nel breve periodo. Ma tutte si espongono al rischio di rivelarsi infruttuose. Ecco perché.
Dopo mesi di negoziati e due riunioni ministeriali d'emergenza, oggi i Ministri dell'Energia hanno finalmente trovato un accordo sul tetto massimo al prezzo del gas.
In pochi avevano previsto che la produzione industriale europea avrebbe retto (per ora) il colpo della più grave crisi energetica di sempre. L’attività industriale dei 27 Paesi UE è rimasta sostanzialmente stabile dall’inizio dell’anno, e rispetto allo stesso mese del 2021 è cresciuta di oltre il 3%. Tuttavia lo spazio per risparmiare gas senza intaccare la produzione sembra ormai terminato. Ecco perché.
Un mese e mezzo di “ritardo” delle temperature autunnali hanno permesso all’Italia di arrivare all’appuntamento con questa fase di emergenza gas più preparata di quanto fosse inizialmente. E, malgrado la curva dei consumi sia ancora in fase ascendente, tra qualche settimana sarà possibile fare una prima stima di quanto gli italiani e gli europei stiano effettivamente risparmiando sui consumi per riscaldamento rispetto allo scorso anno. Ma l’analisi dell’andamento degli stoccaggi riserva una sorpresa positiva. Ecco perché.
Il 18 aprile 1951 Monnet, Schuman, Adenauer e De Gasperi creano con il Trattato di Parigi la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio con l’obiettivo di mettere in comune la produzione di queste materie prime. Di fatto sono i primi passi per un percorso che porterà alla nascita dell’Unione Europea. Oggi è il gas a mettere in crisi il sistema comunitario ed è complesso comprendere se la sfida di approvvigionamento troverà una visione unica.
Quarto incontro straordinario da settembre dei Ministri dell'energia dell'Unione Europea. Ma ancora nessun accordo su un possibile tetto al prezzo del gas che quindi vedrà la luce non prima del 18 novembre, in occasione di un nuovo summit tra i ministri dei 27. Sempre che non passi la linea tedesca, che vorrebbe sottoporre un eventuale accordo sul tema al vaglio del Consiglio europeo, dove le decisioni vanno prese all’unanimità.
Frenare i prezzi del gas senza metterne a repentaglio i volumi. Questa la missione a cui è chiamata la Commissione Europea che ieri ha presentato un nuovo pacchetto di misure contro la crisi energetica. Tra queste il tanto discusso tetto dinamico sul prezzo del gas, attivabile però solo come misura temporanea di ultima istanza, per evitare che i fornitori si rivolgano ad altri mercati. C’è poi la proposta di un nuovo indice dei prezzi diverso dal TTF. Ma non prima del 2023.
Durante l’incontro bilaterale di ieri in Kazakistan, Putin ha proposto a Erdogan di trasformare la Turchia nel nuovo hub regionale per le esportazioni di gas russo. Considerando anche la recente rottura dei due gasdotti nel mar Baltico, il Cremlino vorrebbe ora spostare i volumi di gas invenduti verso sud, convertendo il Mar Nero in un nuovo centro di scambi energetici.
Il consiglio dei Ministri dell’Energia dell’Unione Europea ha approvato oggi il primo pacchetto di misure emergenziali per contenere l'impennata delle bollette. Negoziato in meno di un mese, comprende risparmi energetici obbligatori, un tetto agli extra ricavi dei produttori di energia elettrica e un'imposta per catturare gli extra profitti delle aziendali fornitrici di combustibili fossili.