I recenti attacchi cibernetici nei confronti di enti governativi e istituzionali italiani hanno sollevato preoccupazioni per una potenziale guerra informatica, avvalorati dalla minaccia lanciata dal gruppo Killnet di voler dichiarare una guerra informatica nei confronti di dieci Paesi, inclusa l’Italia.
I cambiamenti climatici, la guerra e la crisi economica affamano il mondo. L’Onu: “Basta scuse: i combustibili fossili sono un vicolo cieco”.
L’esigenza di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia ha riportato d’attualità il dibattito sul nucleare. Pro e contro – diversi da Paese a Paese – vanno valutati con grande attenzione.
Sono trascorsi 16 giorni da quando la Commissione europea ha annunciato il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea, incentrato sull’embargo del petrolio russo. Un pacchetto che però non ha ancora visto la luce per la difficoltà di mettere d’accordo tra loro 27 governi. I Paesi europei stanno comunque compiendo una serie di azioni per smarcarsi il più in fretta possibile dal petrolio e dal gas naturale russi. Ma, senza una cornice comune, raggiungere l’obiettivo sarà molto difficile. Ecco perché.
Il conflitto frena un agroalimentare in forte ripresa dopo la pandemia. Se l’Europa è al sicuro, su Africa e Medio Oriente pesa molto la dipendenza da Kiev e Mosca.
L‘impatto della guerra in Ucraina non farà sconti al Sud-Est asiatico, fortemente votata all’export. Una regione in bilico tra Mosca, Pechino e Washington
Il conflitto in Ucraina rallenta la crescita e spinge in alto l’inflazione. Rinviato il Patto di Stabilità e Crescita, ma resta il tema della sostenibilità del debito.
La guerra in Ucraina ha causato un nuovo shock all’economia globale e in particolar modo agli scambi commerciali: il secondo in meno di tre anni, dopo il primo “cigno nero” rappresentato dalla pandemia.
Le certezze consolidate di Berlino messe in discussione. Economia, difesa, ambiente: queste le tre direttrici su cui la Germania deve mutare rotta.
La deflagrazione del conflitto in Ucraina ha portato a una risposta decisa di una parte della comunità internazionale nei confronti della Russia. Così decisa (e per molti versi coordinata) da risultare, secondo alcuni analisti, addirittura sorprendente.
Tre mesi dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ci sono buone notizie e cattivi presagi per le monarchie del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG). Nel breve-medio periodo, le buone notizie riguardano il prezzo di petrolio e gas: con rendite più elevate, le monarchie possono scegliere di allungare i tempi della diversificazione economica mitigandone, ancor più, le ricadute sociali, a tutela così della stabilità politica interna.