Le riforme mancate del presidente
Durante la sua presidenza, François Hollande non è riuscito a realizzare molte delle riforme promesse in campagna elettorale. Fra queste, le principali sono:
Extracomunitari al voto nelle elezioni locali
Le riforme mancate del presidente
Durante la sua presidenza, François Hollande non è riuscito a realizzare molte delle riforme promesse in campagna elettorale. Fra queste, le principali sono:
Extracomunitari al voto nelle elezioni locali
“Occorre ricostruire la sinistra!” grida uno dei tre elettori – presunti socialisti – stesi a terra e feriti, in mezzo alle rovine fumanti. A destra della vignetta, Karl Marx, solenne, vestito di nero e con un adesivo di En Marche! appiccicato sul petto, risponde: “troppo tardi”.
Les résultats du premier tour des élections présidentielles françaises sont un message clair et pour la France et pour l’Europe. Le nouveau Président de la République Française sera Emmanuel Macron (24,01% des suffrages exprimés) ou Marine Le Pen (21,30% des suffrages exprimés).
Uno dei risultati paradossali del quinquennio di François Hollande, secondo Presidente socialista della Quinta Repubblica, è quello di aver riportato alla luce le divisioni della sinistra francese e aver contribuito alla sua disintegrazione. Durante gli undici anni in cui fu primo segretario del Partito socialista (1997-2008), François Hollande era stato capace, eccetto nel 2005 nell’ambito del referendum sulla Costituzione europea, di realizzare un’opera di sintesi fra le diverse correnti che si scontravano in occasione dei congressi di partito.
L’un des résultats paradoxaux du quinquennat de François Hollande, deuxième Président socialiste de la Vème République, aura été de mettre au grand jour les divisions de la gauche française et d’avoir contribué à son éclatement. Durant les onze années où il fut premier secrétaire du Parti socialiste (1997-2008), François Hollande avait su, sauf en 2005 au moment du référendum sur la Constitution européenne, réaliser des synthèses entre les différents courants qui s’affrontaient au moment des congrès.
L’incontro trilaterale tra Renzi, Merkel e Hollande a Ventotene ha a che fare con molte cose ma di certo non con l'eredità del Manifesto di Ventotene.
Diciotto bare disposte accuratamente in fila, ognuna avvolta nel tricolore blu, giallo e rosso. È questa l’immagine-simbolo della discesa in campo del Ciad contro Boko Haram. Il sacrificio di diciotto soldati, anonimi “martiri della patria”, morti nel nobile compito di scacciare la minaccia dei tagliagole locali e di un sanguinario Stato Islamico alle porte, viene riproposto senza fine dalla televisioni di Stato e rimbalza sui social network.
La rivolta burkinabé è appena nata e sta muovendo i suoi primi, impacciati passi. Rivoluzione o golpe militare? In queste prime giornate del post-Compaoré, passata l’ubriacatura libertaria di una piazza gremita di gente che ha cacciato un tiranno al potere da 27 anni, non è mera questione terminologica ma sostanza di ciò che sarà il nuovo Burkina Faso.
Lo si sapeva da tempo ma adesso se ne è avuta la conferma. Il tradizionale asse tra Parigi e Berlino che ha permesso all’Unione europea di raggiungere traguardi storici si è spezzato. Il motivo è sotto gli occhi di tutti da alcuni anni almeno: l’asse era troppo sbilanciato e pendeva pericolosamente verso la Germania, fino a spezzarsi appunto.
Dopo il Mali, la Repubblica Centrafricana. La seconda guerra di François Hollande, iniziata il 5 dicembre scorso, continua nell’ombra. La Francia dimostra una volta di più di perseguire una politica interventista nel continente nero, dispiegando migliaia di soldati, mezzi pesanti e aviazione nelle ex-colonie colpite da crisi securitarie. Queste “operazioni umanitarie” sono, in realtà, le ultime carte che l’Eliseo può giocarsi nell’estrema difesa dei privilegi economici della potenza coloniale che era.
La vittoria del Front National a Brignoles, contro un candidato della destra moderata sostenuto però teoricamente anche dalla sinistra, ha gettato nel panico la politica francese. Il risultato del piccolo centro provenzale sarebbe la conferma di ciò che in molti temono: a poca distanza dalle elezioni comunali che interesseranno le città più importanti in marzo, e dalle europee di maggio, secondo i sondaggi la formazione guidata da Marine Le Pen è la forza politica più votata del paese.