Il workshop - la cui partecipazione è stata limitata a un numero ristretto di esperti e operatori del settore - ha avuto l'obiettivo di analizzare i trend di investimento in infrastrutture alla luce della situazione economica globale e delle dinamiche internazionali in atto.
Il recente blocco all’acquisizione di Alstom da parte di Siemens ha rilanciato il dibattito sulla politica industriale nell’UE. L'economia europea è in grado di lottare contro i giganti dei mercati globalizzati? Anche se la concentrazione del mercato europeo è aumentata dopo la liberalizzazione degli anni Novanta, c’è chi dice che le imprese europee sono ancora troppo piccole per competere con successo. Questo commentary è dedicato a come le autorità europee possono favorire la creazione di "campioni" bilanciando politica industriale e politica della concorrenza.
Come interagiscono la geopolitica e le infrastrutture? Quali effetti economici generano queste ultime, soprattutto in una prospettiva di lungo termine? Come si posizionano le aziende italiane nel contesto internazionale e che effetti può avere l’innovazione tecnologica sul settore?
In un’Europa che vuole diventare uno spazio in cui merci e persone circolano sempre più velocemente e sempre più liberamente, la rete di infrastrutture fisiche e digitali che ne collega i vari Paesi assume un’importanza fondamentale.
Shared visions make for strong allies. The US and EU interests in each other’s energy security run deep for a reason. Energy security and interconnectivity breed economic opportunity and stability as well as political security, all of which are of the highest priority on both sides of the Atlantic.
Negli ultimi cinque anni è andata crescendo nel mondo la domanda di infrastrutture, in parte come conseguenza della forte crescita economica registrata da molti paesi, che diventando sempre più ricchi hanno bisogno di più infrastrutture, potendosele altresì permettere.
Infrastrutture, economia e geopolitica sono profondamente correlate. Lo sviluppo di infrastrutture efficienti può rappresentare un vero game changer nella competizione (e nella collaborazione) tra gli Stati: sia come motore di sviluppo economico e sociale, sia come strumento di influenza in un mondo sempre più globalizzato, interconnesso e urbanizzato. Quali sono le infrastrutture, fisiche e tecnologiche, che stanno cambiando la geopolitica?
Nella visione di Parag Khanna, esperto di relazioni internazionali e autore del best-seller Connectography. Mapping the Future of Global Civilization, la connettività crea una realtà oltre la dimensione statuale in quanto nella maggior parte del mondo si è passati da imperi integrati verticalmente a Stati interdipendenti orizzontalmente.
La Banca Europea degli Investimenti (BEI) è l’organo dell’Unione Europea incaricato di sostenere lo sviluppo economico dei Paesi Membri e di migliorare la vita dei cittadini dell’Unione. Da 60 anni la Banca opera autonomamente sul mercato dei capitali, prendendo a prestito denaro per poi reinvestirlo in progetti che contribuiscano al bene comune. La Banca è controllata dagli Stati Membri dell’UE e, con il suo portafoglio prestiti di oltre € 565 miliardi, è la banca multilaterale più grande al mondo.
Il segno indubbiamente più evidente del nuovo corso cinese nell’era di Xi è il ricorso più frequente e diffuso alla politica economica al di fuori dei confini nazionali. Non soltanto attraverso la politica commerciale e la politica degli investimenti diretti all’estero, che hanno reso la Cina una potenza economica e mercantile. Il suo strumento geo-economico più innovativo è la politica di costruzione e finanziamento di infrastrutture.
Ogni ora 79 nuovi abitanti vengono registrati all’anagrafe di Delhi, 53 a Shanghai, 51 a Mumbay, 22 a Città del Messico, 10 a New York e 9 a Londra. A dirlo è il World Urbanization Prospects, un rapporto realizzato dalle Nazioni Unite che fotografa il boom demografico nelle grandi città.
I numeri lo confermano: il futuro sarà delle megacities, sconfinati centri urbani come Lagos, in Africa, che in una manciata di anni è passata da 200.000 a 20 milioni di abitanti.