Nell’Irlanda al voto all’ombra di Brexit, si profila il successo di Sinn Féin. Un voto di rottura, quello per i nazionalisti di sinistra favorevoli alla riunificazione con Belfast, e contro il duopolio che ha governato fino a oggi l'Irlanda.
Nell’Irlanda al voto all’ombra di Brexit, si profila il successo di Sinn Féin. Un voto di rottura, quello per i nazionalisti di sinistra favorevoli alla riunificazione con Belfast, e contro il duopolio che ha governato fino a oggi l'Irlanda.
Tre partiti praticamente alla pari. Non era mai successo nel quadro politico irlandese, fin dagli anni Trenta dominato dall’alternanza tra le due formazioni di centro-destra, Fine Gael e Fianna Fail. Il terzo incomodo è ormai lo Sinn Fein, che definire partito nazionalista di sinistra è certamente riduttivo. È la sua storia a parlare, a cominciare dal nome che significa “Noi soli”.
Nell’Irlanda al voto all’ombra di Brexit, si profila il successo di Sinn Féin. Un voto di rottura, quello per i nazionalisti di sinistra favorevoli alla riunificazione con Belfast, e contro il duopolio che ha governato fino a oggi l'Irlanda.
Per la Repubblica di Irlanda la Brexit sta avendo un effetto pari a quello di una macchina che travolge un passante: le decisioni vengono prese a Westminster, e il governo di questo paese non ha potuto far altro in questi tre anni che rispondere a ogni accadimento ribadendo la propria collocazione sotto l’ombrello dell’Unione Europea, sì, ma consapevole che nel peggiore scenario del No deal, ovvero di una uscita senza accordo, dovrà fronteggiare la realtà dei problemi, prima di tutto economici, inevitabilmente con una negoziazione diretta con il Re