L’attacco sferrato dallo Stato islamico (IS) il 20 gennaio alla prigione di Ghwayaran nel nordest della Siria, così come i successivi scontri con le Forze Democratiche Siriane (SDF) a guida curda, sono un chiaro segnale tanto della resilienza quanto della capacità di recupero del gruppo jihadista in una regione che otto anni fa ha visto sorgere il califfato di Abu Bakr al-Baghdadi.
As the novel coronavirus was spreading like a bushfire throughout China, Iran and Europe, the pandemic couldn’t go unnoticed by the media apparatus of jihadi groups like the Islamic State (IS). A first reaction by the group was to define it as divine punishment for crimes against Muslims. China was hit first, in IS’ view as punishment for its ongoing crimes against its Uyghur population. When Iran followed, the reaction was that it was the nation’s devious interpretation of Islam that led to this onslaught.
Now that the “caliphate” has been decapitated, global jihad is ebbing. But from Nigeria to the Philippines, other developments deserve our attention.
Decapitato il “califfato”, la jihad globale è in fase di risacca. Ma, dalla Nigeria alle Filippine, passando per il Medio Oriente, c’è un altro fenomeno che merita attenzione.
Lunedì 16 settembre la Al-Furqan Media Foundation, la più prestigiosa casa di produzione del cosiddetto Stato Islamico (IS), ha pubblicato un audio che riporta un discorso attribuito ad Abu Bakr al-Baghdadi. Al momento paiono esserci pochi dubbi sul fatto che la voce sia effettivamente quella del leader dell’organizzazione jihadista e alcuni cenni a operazioni eseguite dal gruppo fanno pensare che sia stato registrato non prima del mese di agosto.
The conflicts in Syria, Iraq, Libya and other countries have attracted tens of thousands of foreign fighters, who traveled to those areas of conflict to join the ranks of the so-called Islamic State (IS) and other armed groups. While this is not a new phenomenon, the size of the mobilization that occurred with the so-called Islamic State in Syria and Iraq was without precedent, with people from at least 80 countries traveling to join the jihadist group. Out of 40,000, it is estimated that about 5,000 came from Europe and almost 19,000 from the MENA region.
“Lo alleverò secondo il modo dello Stato Islamico”, così ha risposto ai giornalisti una giovane donna, allattando il proprio neonato nato nel “Califfato”, durante la fuga dalla cittadina siriana di Baghouz, ultima roccaforte dello Stato Islamico, caduta definitivamente sabato 23 marzo. La donna ha poi aggiunto: “Nonostante tutto – la fame e i bombardamenti – ci sentivamo bene”.
Se qualcuno aveva pensato che con il collasso del Califfato fosse finita la minaccia terroristica a livello globale e nel nostro paese, le ultime ore hanno fatto capire che, come gli operatori del settore ben sapevano, si era semplicemente entrati in una nuova fase del conflitto con la galassia jihadista. Tre operazioni antiterrorismo in tre giorni. Nord, centro e sud Italia. E tre tipologie di radicalizzazione e minaccia totalmente diverse tra loro.
Nelle scorse ore è stata lanciata una vasta operazione di polizia, coordinata dalla Procura di Torino, con arresti e perquisizioni nei confronti di appartenenti agli ambienti dell´estremismo jihadista nel nord Italia.