The deteriorating relationship between Kenya and Somalia amidst the global pandemic and internal and regional political dynamics has raised a red flag. There are concerns for the dispute to spark an armed confrontation if it proceeds with the current trajectory.
Kenya settentrionale al confine con la Somalia, una regione arida, deserta e infestata dai miliziani del gruppo terrorista Al-Shebaab. Qui sorge il campo profughi di Dadaab, il più grande al mondo, e qui lavora Mariasole Dall’Oro che dopo aver frequentato il Master in International Cooperation dell’ISPI è stata scelta come Project Coordinator per le attività di Family Tracing dall’ ONG danese Refugee United.
Passata in ISPI per un saluto, l’abbiamo “intercettata” per rivolgerle qualche domanda:
La dichiarazione di lunedì notte in cui l’esercito keniota affermava di avere ormai il controllo su quasi tutto il Westgate Mall, nonostante alcuni membri del commando di Al Shabaab fossero e siano ancora asserragliati all’interno del centro commerciale, può essere considerata una buona metafora di ciò che continua ad accadere sul piano regionale.
"Siamo stati noi". L’attacco all’hotel Dusit a Nairobi, capitale del Kenya, era ancora in corso e Abdiasis Abu Musab, uno dei portavoce di al-Shabaab, già rivendicava la paternità dell’attentato. Al-Shabaab tornano dunque a colpire duramente "l’odiato Kenya". Un altro atto dimostrativo che intende punire Nairobi che, da anni, mantiene in Somalia una propria forza militare in seno ad Amisom, la missione dell’Unione Africana, a sostegno del legittimo governo di Mogadiscio.
Per la prima volta in Africa subsahariana, un’elezione presidenziale viene ripetuta per volere di un’autorità giudiziaria garante della costituzione nazionale. Accade in queste ore in Kenya, dove lo scrutinio di agosto era stato annullato all’inizio del mese successivo dalla Corte Suprema sulla base di errori e cattiva amministrazione nelle procedure di conteggio, registrazione e comunicazione dei voti.
Il sanguinoso massacro compiuto da al-Shabaab (As) il 2 aprile 2014 all’Università di Garissa ha posto una pietra tombale su ogni speculazione. L’attivismo di As in Kenya non è una minaccia esogena e né quell’attacco fu una semplice ritorsione per la partecipazione delle Kenya Defence Forces (Kdf) alla missione dell’Unione africana in Somalia (Amisom).
Nel 2011 le persone impiegate come cooperanti, volontari o consulenti in progetti di sviluppo o emergenza hanno superato quota 6.300, mantenendo il trend positivo riscontrato negli ultimi 5 anni. Questo è quanto emerge dall’ultimo report di SISCOS che da vari anni monitora il numero degli operatori italiani della cooperazione internazionale. (...)
Sub-national identities are politically relevant in many Asian and African countries, irrespective to their political system. The vote tends to be guided by clanic, ethnic, religious or regional identities, and political parties are organized along primordial loyalties. Identity politics is invoked to justify ingrained power relations or, for those groups who are discriminated against and excluded from economic and political power, to further their interests.