Khalifa Haftar e le sue truppe, con cui cingeva d’assedio Tripoli da oltre un anno, si ritirano. La notizia segna un punto di svolta nel conflitto in Libia, ma basterà a decretarne la fine?
Khalifa Haftar e le sue truppe, con cui cingeva d’assedio Tripoli da oltre un anno, si ritirano. La notizia segna un punto di svolta nel conflitto in Libia, ma basterà a decretarne la fine?
In Libya, the first days of June seemed like years for the number of significant events that occurred. In about a week, the forces loyal to the Tripoli government (General National Accord or GNA) pushed back the Libyan National Army (LNA) and its allies, led by General Haftar and linked to the Tobruk House of Representatives. Except for Sirte, their military advance roughly rolls the clock back to early 2019, when Haftar’s forces had virtually no presence in the Tripoli area.
“Berlino chi?” potrebbe essere il perfetto riassunto della situazione odierna in Libia, che pare lontana anni luce da quella che avevamo lasciato alla vigilia della Conferenza nella capitale tedesca nel gennaio scorso. Quattro mesi di distanza che sembrano quattro decadi, e che hanno visto il mondo cambiare come raramente era accaduto nella storia recente in un così breve periodo di tempo. La Libia non ha fatto eccezione.
La Conferenza di Berlino è riuscita a riunire per la prima volta tutti gli attori, formali e informali, della crisi libica. Ma cosa rimane dell’incontro e, se la tregua sul terreno reggerà, quali saranno i prossimi passi da fare?
Mentre i gruppi armati a sostegno del Governo di Accordo Nazionale erano impegnati sui vari fronti di guerra a Tripoli per contrastare l’avanzata delle forze del Generale Khalifa Haftar, Sirte è caduta nelle mani del nemico. Un déjà-vu rispetto al 2015 quando Sirte fu consegnata allo Stato Islamico proprio da chi avrebbe dovuto proteggerla per conto di Tripoli.
La missione europea in Libia, fortemente voluta da Italia e Germania, rischia un rinvio forse sine die. Il generale Haftar non interrompe infatti la sua offensiva, anzi si appella alla jihad contro la Turchia. Le ragioni del possibile rinvio sono di sicurezza, ma anche di sostanza. È un altro fallimento dei tentativi di mediazione in vista della conferenza di Berlino. Il gioco del resto era cambiato da tempo.
L’attuale confronto militare in Libia ha cause profonde di natura interna, regionale e internazionale. L’attacco alla capitale il 4 aprile da parte del Libyan National Army (LNA) di Khalifa Haftar ha reso evidente il fallimento della mediazione internazionale. Difficile pensare che i tempi per un ritorno al tavolo negoziale siano maturi. Le parti in conflitto restano infatti convinte di poter ottenere la vittoria militare. In particolare, le recenti azioni di Haftar sembrano prospettare recrudescenze e danni materiali in pericolosa crescita.
Fatico a dare ragione all’attuale governo italiano su qualsiasi cosa si occupi. Ma fatico anche a dargli torto sulla Libia. Presidenza del Consiglio, Farnesina, ambasciata a Tripoli, servizi: non vedo incoerenza nei loro comportamenti né una pericolosa concitazione di fronte agli ultimi avvenimenti di un’agenda fondamentale per noi.
Libya seems to be sinking into civil war again: forces under the control of the Cyrenaica strongman General Khalifa Haftar have launched a military strike on Tripoli. The capital is held at the moment by militias supporting the Government of National Accord led by Fayez al-Sarraj with UN backing.
La Libia sembra sprofondare nuovamente nel conflitto civile: da oltre una settimana, ormai, le forze agli ordini del generale Khalifa Haftar, uomo forte della Cirenaica, hanno lanciato un’offensiva militare per prendere possesso della capitale Tripoli, controllata dalle milizie del Governo di Accordo Nazionale guidato da Fayez al-Sarraj e sostenuto dall’ONU.
On April 14th the ‘National Conference’, a much-vaunted event in Libya’s political calendar and arguably over three years in the making, was due to begin. The brain child of the UN’s latest special-representative to the troubled country, Dr. Ghassan Salamé, it was designed to break the political stagnation entrenching since the last UN initiative the ‘Libyan Political Agreement’ (LPA) had been signed in 2015. The LPA birthed a transitional system of governance that was dead-on-delivery with rival institutions unwilling to cooperate.
Il 20 marzo scorso lo Special Envoy di UNSMIL Ghassan Salamé ha annunciato che la Conferenza Nazionale sulla Libia si terrà dal 14 al 16 aprile nella cittadina di Ghadames. A raggiungere l'oasi nel Fezzan, monumento nazionale, dovrebbero essere 120-150 delegati in rappresentanza di ogni frangia della società libica per far emergere i reali bisogni del paese.