Dopo due anni di intensi negoziati, Israele e Libano, due stati ancora formalmente in guerra, hanno raggiunto un accordo sulla definizione dei loro confini marittimi. Frutto della mediazione americana, l’intesa pone fine a una disputa durata più di dodici anni. Anche se è improbabile che esso possa dare il via a un processo di normalizzazione diplomatica nel breve termine, è evidente che l’accordo segna una svolta significativa nei rapporti bilaterali tra i due paesi e, in quanto tale, rappresenterà un fattore di stabilità per il futuro della regione.
Intesa raggiunta tra Israele e Libano sul confine marittimo e diritti di esplorazione dei giacimenti di gas offshore. Biden si congratula: “State facendo la storia”.
Le banche libanesi resteranno chiuse "a tempo indeterminato". Dopo una chiusura di tre giorni a seguito di cinque rapine a mano armata avvenute venerdì scorso, oggi l'Associazione delle banche del Libano ha annunciato che gli sportelli non riapriranno.
Se dovessimo cercare una metafora del Libano contemporaneo, la troveremmo facilmente nel porto della sua capitale, Beirut. Distrutto in gran parte il 4 agosto 2020 da un’esplosione di tonnellate di nitrato d’ammonio abbandonate nei depositi portuali, che ha provocato 218 morti, 7.000 feriti, e lasciato oltre 300.000 persone senza casa[1], il porto di Beirut continua a essere una potente rappresentazione simbolica del sistema politico e istituzionale libanese.
A due anni dalla terribile esplosione del porto di Beirut, il Libano aspetta ancora la verità sul disastro. Indagini ferme, una classe politica corrotta e una crisi economica senza precedenti sono lo specchio di un paese alla deriva.
Il Libano non smette mai di sorprendere. Nei giorni prima delle elezioni parlamentari del 15 maggio, i media internazionali avevano previsto che le elezioni non avrebbero portato grandi cambiamenti.
Sei morti, oltre trenta feriti, proiettili sparati sulla folla, ad altezza uomo, barricate in fiamme. In Libano le manifestazioni degli ultimi giorni si sono trasformate in uno scontro a fuoco tra i più gravi dell'ultimo decennio. Cosa sta succedendo? Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e Silvia Boccardi, giornalista di Will, ne parlano con Lorenzo Trombetta, giornalista Ansa a Beirut e contributor ISPI.
Lutto nazionale in Libano all’indomani dei violenti scontri armati a Beirut. E nel paese senza elettricità e che non riesce ad ottenere giustizia, ora sembra a rischio anche la pace.