Un quinquennio dopo l'ondata di rivendicazioni sociali e capovolgimenti politici che hanno caratterizzato la Primavera araba, luci e ombre segnano la stampa nordafricana.
La decisione del giornale laico Cumhuriyet di pubblicare una serie di vignette tratte da Charlie Hebdo ha provocato aspre reazioni in questo paese. Una corte di Diyarbakır aveva sentenziato la chiusura immediata del sito di questo giornale, in base alla nuova legge turca su internet che punisce i contenuti pericolosi per l’ordine pubblico. Nella notte tra il 13 e il 14 gennaio la polizia era perciò entrata nella sede del quotidiano, senza però bloccare la pubblicazione del giornale, venduto regolarmente in edicola nel giorno successivo. (...)
Dopo quasi cinquant’anni, ovvero da quando nel 1964 il generale Ne Win nazionalizzò le varie testate private che fino ad allora avevano regolarmente pubblicato oltre che nella lingua nazionale anche in inglese, cinese e indiano, i lettori birmani potranno presto acquistare ogni mattina un quotidiano non controllato dallo stato.
Di lui dicono: ha la forza politica di Chávez, la “buona volontà” di Lula e l’irascibilità della Fernández; è giovane, di bell’aspetto e dotato di ottime capacità oratorie. Rafael Correa, il Caudillo di Quito, si riconferma alle elezioni del 17 febbraio 2013 uno dei líder più amati dal proprio popolo e uno degli attori di maggior successo nell’odierno panorama politico. Purtroppo però, come accade, il successo si alimenta di ambizioni e le ambizioni spesso a conducono a protagonismi eccessivi e brame di accentramento del potere su se stessi. Anche questo è Correa..