I Paesi del Mediterraneo occidentale cercano di rafforzare i propri legami economici, ma occorrono più investimenti in infrastrutture e capitale umano.
Le nuove regole della Convenzione Paneuromediterranea. Una necessità per poter competere con altre aree di libero scambio.
Approvato il rifinanziamento alla missione di collaborazione con la cosiddetta Guardia costiera libica. Caduti nel vuoto appelli e inviti al boicottaggio in nome dei diritti umani.
L’Italia nel Mediterraneo. Si dice che un tempo contasse molto e ora per nulla. Un’esagerazione probabilmente, nell’uno e nell’altro caso.
Le giovani generazioni sono il vero potenziale inespresso dei paesi dell’area MENA. Per questo Rome MED - Mediterranean Dialogues lancia la seconda edizione dello “Youth Forum Contest – Ideas and Projects at Work”.
Covid, crisi prolungate e conflitti minano la sicurezza alimentare. Oggi nell’ambito della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues, promossa da MAECI e ISPI si discute di strategie e possibili soluzioni.
Dal 16 settembre, il periodo di calo degli sbarchi in Italia è entrato nel suo quindicesimo mese. Lo scorso agosto in Italia sono sbarcate meno di 1.500 persone: il numero più basso per un mese estivo dal 2012, l’anno che ha preceduto l’inizio della “crisi migratoria” in Italia. E, nonostante da inizio settembre l’instabilità politica in Libia sia ulteriormente aumentata, le partenze dal paese sono rimaste comunque molto basse.
L’arco di instabilità che corre dal Marocco all’Iran continua a essere caratterizzato da innumerevoli crisi, con un coinvolgimento sempre più ampio di attori interni ed esterni. I focolai di conflitto sono inoltre circondati da contesti e aree in via di transizione che, in cerca di un nuovo equilibrio, difficilmente potranno dare un contributo alla stabilizzazione dell’area.
Immobilismo e fluidità. L’isola di Cipro, che affronta nel mese di gennaio due significativi test elettorali, vive un apparente paradosso. Se dopo l’ennesimo fallimento negoziale del 2017, la riunificazione cipriota è ancora un miraggio, la Repubblica di Cipro, insieme alla Grecia, è invece protagonista delle nuove alchimie geopolitiche del Mediterraneo orientale, sempre più legate a Medio Oriente e Golfo.
L’approvazione da parte dell’Italia di una missione in Niger ha come chiaro obiettivo strategico il controllo dei flussi migratori e la complessa stabilizzazione della Libia. L’Italia non ha particolari interessi in Niger o nel Sahel, da sempre area assai più rilevante per la Francia.
Negli ultimi anni l’opinione pubblica mondiale è stata ripetutamente scossa dalla violenza e dalle immagini che hanno accompagnato mediaticamente la rapidissima ascesa ed espansione dell’autoproclamato Stato Islamico[1]. L’attenzione dell’intelligence e del mondo accademico è stata attirata soprattutto dal fenomeno dei foreign terrorist fighters (Ftf) coinvolti nel conflitto siro-iracheno, per le modalità di attivazione e sviluppo, nonché per la mobilitazione raggiunta in brevissimo tempo[2].