Michele Bombassei ha frequentato il Master in International Affairs dell’Ispi nel biennio 2003/2004. Oggi è Senior Policy Advisor – Head of the United Nations Partnership Division dell’IOM e ha alle spalle una lunga carriera nella protezione e assistenza dei migranti.
Cosa ha significato per lei frequentare il master ISPI e come ha cambiato la sua carriera lavorativa?
I flussi di migranti nel Mediterraneo aumenteranno. Non ci sarà però una vera svolta nelle politiche sull’immigrazione.
Sono le parole usate da Papa Francesco ieri sul’isola di Lesbo per descrivere l’Europa di fronte ai migranti. Circa 3.000 richiedenti asilo, in maggioranza afghani, sono ospitati nei centri di accoglienza dell’isola. Certo, chiamarli così oggi è esagerato: dopo l’incendio del campo di Moria a settembre dell’anno scorso, non restano che tende.
Giovani e donne protagonisti alla settima edizione della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues, promossa dal MAECI e da ISPI.
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Al via la settima edizione della Conferenza Rome MED – Mediterranean Dialogues. Al centro del dibattito, promosso dal MAECI e da ISPI, in corso dal 2 al 4 dicembre, le sfide di oggi e il futuro del Mediterraneo.
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È di ieri il più grave naufragio di migranti mai registrato nella Manica. Almeno 31 persone sono morte mentre cercavano di raggiungere il Regno Unito a bordo di una imbarcazione che il ministro degli interni francese ha paragonato a una “piscina gonfiabile”. Una tragedia che, a giudicare dai numeri, rischia di ripetersi.
Il premier italiano Mario Draghi chiama il presidente russo Vladimir Putin. Al centro dei colloqui i migranti al confine polacco, l’Ucraina e i rifornimenti di gas.
“Quello che sta facendo la Bielorussia è terrorismo di stato”: è l’accusa che ieri il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha rivolto a Minsk. A Bruxelles sono d’accordo, tanto che insieme alla Nato parlano di “minacce ibride”. E oggi sulla questione è stato addirittura chiamato a esprimersi il Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Minsk ammassa migranti al confine con la Polonia per fare pressione sull’Europa. Monito della Nato che avverte: “Rischio escalation”. Ma a finire sotto accusa è anche il governo di Varsavia.