L’accordo raggiunto a Vienna sulla delicata questione del nucleare iraniano apre, per gli Stati Uniti, scenari complessi e dalle implicazioni ramificate. Il semplice fatto che, pur con tutte le difficoltà che hanno punteggiato il negoziato, si sia giunti a questo risultato rappresenta una tappa importante per due interlocutori che dalla rivoluzione del 1979 avevano improntato le proprie relazioni su un’ostilità dichiarata, mai realmente scalfita dalle rade e diffidenti aperture registrate.
Con le dimissioni del segretario alla Difesa, Chuck Hagel, e la nomina, al suo posto, di Ashton Carter (che, tuttavia, deve ancora superare lo scoglio dell’esame congressuale), si chiude quello che, per l’amministrazione Obama, è stato l’ennesimo anno difficile.
A dispetto dei buoni dati economici – su tutti la significativa riduzione del tasso di disoccupazione, sceso sotto il 6% – il Partito Democratico sembra destinato a una pesante sconfitta alle elezioni di midterm del prossimo 4 novembre. Secondo le proiezioni, i repubblicani consolideranno ulteriormente la loro maggioranza alla Camera dei rappresentanti e nei diversi stati in cui si vota per eleggere i governatori e le assemblee legislative.
Osservando le proiezioni sulle prossime elezioni di midterm, si evince con relativa facilità come – a pochi giorni dal voto – il Partito Repubblicano sia in una posizione di forza nei confronti del suo rivale Democratico. Oltre a mantenere il controllo della Camera dei rappresentanti, il ‘Grand Old Party’ (Gop, come viene comunemente definito) sembra godere di un vantaggio decisivo nella battaglia per il Senato.
L’aver cantato «Bomb, bomb Iran» durante la campagna elettorale del 2008 sulle note della celebre canzone Barbara Ann, resa famosa dai Beach Boys, non fu certamente il motivo per cui John McCain perse le elezioni presidenziali contro Barack Obama. Tuttavia, a distanza di cinque anni dall’invasione dell’Iraq, la parodia musicale nemmeno aiutò il Repubblicano a guadagnare consenso agli occhi di un elettorato in larga parte riluttante ad utilizzare nuovamente la forza militare in Medio Oriente.