Entro fine dicembre potrebbe esserci un consenso occidentale su come imporre un tetto al prezzo delle esportazioni di greggio e prodotti petroliferi derivati della Russia. Una decisione che potrebbe tuttavia compromettere un risultato importantissimo e già ampiamente raggiunto negli ultimi mesi: quello di limitare il più possibile le entrate russe dalle sue esportazioni petrolifere, malgrado la guerra spinga i prezzi al rialzo, senza danneggiare l’economia mondiale con un taglio dei volumi esportati. Ecco perché.
Più che il gas poté il greggio con i suoi derivati. L 'esperienza delle auto-sanzioni europee al petrolio russo dimostra che le sanzioni sulle esportazioni petrolifere di Mosca sono la via più sicura per colpire duramente il Cremlino, senza colpire in misura eccessiva il consumatore europeo. Ecco perché.
È trascorso un mese e un giorno da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, e l’Unione Europea è arrivata ormai a negoziare il quinto round di sanzioni. Ma i leader europei sono tra due fuochi: incoraggiati a proseguire sulla strada di sanzioni ancora più dure, ma alla ricerca di obiettivi sanzionabili che non facciano troppo male. In realtà, ormai sembra che l’UE sia sempre più vicina al punto di non ritorno sul fronte delle misure economiche punitive contro la Russia di Putin. Ecco perché.
Non solo gas: il conflitto potrebbe anche causare una crisi di offerta petrolifera, la Russia è primo esportatore mondiale. Le possibili soluzioni? Solo temporanee.
“I produttori di petrolio dovrebbero estrarne di più”. Questa la richiesta di Biden nei giorni della COP26: un paradosso con precise motivazioni politiche. Il prezzo del greggio negli USA è ai massimi da sette anni, e si è tradotto in una impennata nei costi di benzina e bollette.
Tra le priorità strategiche delineate dall’Iran nel Piano di sviluppo 2005–2025 (20 Year National Vision) lo sviluppo di un’economia della conoscenza ricopre un ruolo di primo piano. L’obiettivo per la Repubblica islamica è diventare il primo paese della regione dell’Asia sud–occidentale (che comprende oltre al Medio Oriente anche Asia centrale e Caucaso) per lo sviluppo economico, scientifico e tecnologico.
Le riforme economiche* costituiscono il campo in cui il nuovo principe ereditario dell’Arabia Saudita ha dimostrato di avere le mire più ambiziose. "Vision 2030" è infatti soprattutto un piano di sviluppo e diversificazione economica.
Il prossimo 4 maggio i cittadini algerini sono chiamati alle urne per eleggere il parlamento del paese, l’Assemblea Nazionale Popolare.