L’india vuole recuperare un ruolo di primo piano in Asia e lo fa compiendo un passo verso il Giappone. Per la politica di nuova assertività del Giappone nei confronti di Pechino non basta il solo appoggio americano, ma serve anche un riferimento asiatico di peso, quale quello dell’India, che a sua volta ha bisogno di confermare le modalità della sua “convivenza competitiva” con la Cina. Lo sviluppo del mercato indiano offre opportunità a investitori come le multinazionali giapponesi.
Un tempo la geografia era la meno innovativa delle discipline scientifiche. Montagne, ghiacciai, mari non cambiavano mai. L’uomo aveva colonizzato il pianeta ma non ne aveva sostanzialmente mutato l’aspetto. Si potevano approfondire le conoscenze, con l’aiuto di fisica, chimica e quant’altro, ma era ben difficile dire qualcosa di nuovo.
La prima riunione del Forum Cina-Celac (Comunità degli Stati dell’America latina e dei Caraibi) svoltasi a Pechino l’8 e 9 gennaio è un chiaro segnale dell’avanzata cinese all’interno di quello che da sempre Washington considera il suo cortile di casa.
Dopo le difficoltà per l’economia egiziana degli anni successivi alla rivoluzione del 25 gennaio 2011, è tornato un cauto ottimismo sulle possibilità di ripresa del paese. Nei mesi scorsi sono stati diffusi dati positivi sull’andamento economico egiziano, come quello sulla crescita del Pil dell’ultimo trimestre 2013-2014 (+3,7%), in deciso aumento rispetto al 2,5% dello stesso periodo nell’anno precedente. Questo ha convinto le principali agenzie di rating ad aumentare l’outlook dell’Egitto da “negativo” a “stabile”.