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primarie usa 2016

Primarie ufficialmente chiuse: Clinton conquista Washington e cerca l'unità del partito

Con la vittoria di Hillary Clinton nelle primarie di Washington DC, si conclude definitivamente la stagione delle primarie statunitensi, che hanno visto vincitori la Clinton per il Partito democratico e Donald Trump per i repubblicani. Con il 78% delle preferenze, l’ex First Lady conquista anche l’ultimo territorio chiamato alle urne per il Partito dell’Asino, sconfiggendo definitivamente Bernie Sanders, che non va oltre il 21% dei voti. Gli eventi di Orlando e la nomination già matematicamente conquistata dalla Clinton hanno tolto molta attenzione a questo voto e la notizia principale risiede nell’incontro tra i due principali esponenti democratici a Washington per coordinare i loro sforzi nella battaglia finale contro Donald Trump. (...)

Sondaggio IPSOS/Reuters 21 - 25 maggio 2016

Sondaggio IPSOS/Reuters condotto tra il 21 e il 25 maggio 2016 su un campione di 1576 americani, dei quali 705 democratici, 535 repubblicani e 186 indipendenti.


Sondaggio IPSOS/Reuters 14 - 18 maggio 2016

Sondaggio IPSOS/Reuters condotto tra il 14 e il 18 maggio 2016 su un campione di 1611 americani, dei quali 751 democratici, 556 repubblicani e 208 indipendenti.

 

Sondaggi USA: Trump sorpassa Clinton per la prima volta

In un sondaggio condotto da Real Clear Politics il 22 maggio 2016 Donald Trump supera nei consensi a livello nazionale Hillary Clinton per la prima volta dall’inizio della stagione delle primarie.

Quale ruolo delle donne per la vittoria finale?

Le difficoltà riscontrate da Hillary Clinton nel corso della sua campagna presidenziale affondano le proprie radici nell’intero sistema politico-elettorale americano, tendenzialmente chiuso alla partecipazione femminile. Questa constatazione offre un’occasione di riflessione in primo luogo sulle ragioni alla base dello scarso appeal della Clinton verso l’elettorato (anche verso quello femminile), in seguito, sul ruolo che l’appoggio delle donne può ricoprire nella corsa alla Casa Bianca.

 

Clinton vince di misura in Kentucky. Sanders non molla e conquista l'Oregon, dove vince anche Trump

Una vittoria e un pareggio: è questo il risultato dell’ultimo round di primarie democratiche tenutosi il 17 maggio in Oregon e Kentucky. Nel primo dei due stati Bernie Sanders ha ottenuto, con il 54,3% dei voti, una netta vittoria su Hillary Clinton, ferma al 46,3%, mentre nel secondo l’ex Segretario di Stato ha strappato una vittoria con uno scarto di pochissime migliaia di voti sul Senatore del Vermont (46,8% per la Clinton contro 46,3% per Sanders).

Sondaggio IPSOS/Reuters 30 aprile - 4 maggio 2016

Sondaggio IPSOS per Reuters condotto tra il 30 aprile e il 4 maggio 2016 su un campione di 1227 cittadini statunitensi, dei quali 524 democratici, 451 repubblicani e 190 indipendenti



Dopo le Primarie in Indiana Trump solo al comando. Ora dovrà conquistare il partito

I risultati delle primarie in Indiana forniscono a Donald Trump de facto la nomination per il Partito Repubblicano, confermando i sondaggi che lo vedevano largamente in testa. Con oltre il 53% dei consensi, il businessman newyorkese si aggiudica la vittoria nello stato del Midwest, assicurandosi quasi tutti i 57 delegati che le votazioni mettevano in palio per il Grand Old Party (GOP) e costringendo al ritiro entrambi i suoi inseguitori: sia

Primarie in Indiana: probabile conferma di Trump e Clinton

Oggi negli Stati Uniti, nello stato dell'Indiana, si tiene un nuovo round di primarie per il partito democratico e repubblicano. In palio vi sono 92 delegati per il partito dell’Asino e 57 per quello dell’Elefante.

Sorpresa Sanders in Michigan, mentre Trump non si ferma

Dal Michigan arriva l’ennesima sorpresa di questa strana corsa elettorale. Bernie Sanders, l’outsider che sta dando del filo da torcere a Hillary, ha ottenuto il 49,9% dei voti (65 delegati) contro il 48,2% (58 delegati) della rivale, rovesciando qualsiasi pronostico o sondaggio, che dava invece a Hillary oltre 20 punti di vantaggio.

Quanto la politica estera può rimanere estranea al dibattito?

La politica estera non entusiasma la competizione elettorale americana, né nella partita interna allo schieramento democratico né in quella del partito repubblicano. Ancor meno può entusiasmare nelle battute iniziali delle primarie, quelle di febbraio nelle quali si fanno strada i possibili candidati, in attesa del Super Tuesday.

Super Tuesday, il momento della verità?

Tutto pronto negli Stati Uniti per l’appuntamento più avvincente della lunga corsa alla nomination per la Casa Bianca: oggi è il Super Tuesday, la giornata che vede impegnato nelle elezioni primarie il più alto numero di stati in contemporanea. Per i repubblicani, si vota in undici stati e in palio vi è circa la metà (595) dei 1237 delegati necessari a vincere la nomination del partito; per i democratici, che votano in dodici stati, i delegati in palio sono invece circa un terzo (865) dei 2383 necessari.
Gli ultimi sondaggi CNN/ORC assegnano a Hillary Clinton un ampio vantaggio su Bernie Sanders (55% delle preferenze contro il 38% del senatore del Vermont), mentre in campo repubblicano si afferma come sempre più inarrestabile il fenomeno Trump (49% delle preferenze contro il 16% di Marco Rubio e il 15% di Ted Cruz).
Cosa sta succedendo all’interno dei due partiti? In che modo i risultati del Super Tuesday influenzeranno le strategie dei candidati nei mesi a venire? Quali le questioni al centro della campagna elettorale, quali le posizioni dei candidati e quali le implicazioni per il voto di novembre?
Questo Dossier si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “US Election Watch” che ISPI ha lanciato per monitorare e analizzare le tappe principali della corsa elettorale più importante dell’anno. Attraverso pubblicazioni, eventi e un blog dedicato – che saranno periodicamente arricchiti anche da sondaggi IPSOS – verranno approfonditi tutti gli aspetti legati a questa lunga campagna.

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