Dal 1 novembre e per i prossimi otto anni, la persona che annuncerà al pubblico le decisioni di politica monetaria dell’Eurozona non porterà la cravatta.
Tredici anni a capo del governo, di cui gli ultimi dieci ininterrotti; oltre trent’anni ai vertici della diplomazia e dell’amministrazione di Israele, un paese cardine per le dinamiche di una delle regioni più complesse al mondo; soldato delle forze speciali convertito alla politica, dove è diventato una delle figure più polarizzanti e divisive nel dibattito pubblico; un soprannome che unisce le opinioni opposte di sostenitori e critici: “Re Bibi”.
Disordinata, imprevedibile e in rottura con la tradizione: la scena politica del Regno Unito assomiglia sempre più alla pettinatura di Boris Johnson, l’ex sindaco di Londra e leader della campagna per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea che tra gaffes, dichiarazioni controverse e un’attenta opera di costruzione della propria immagine pubblica è stato eletto oggi nuovo leader del Partito conservatore con il 66% dei voti degli iscritti.
“Hallo Europa! Hello Europe! Salut l’Europe!”. Con questo tweet Ursula von der Leyen si è presentata all’opinione pubblica europea il 3 luglio scorso, subito dopo essere nominata presidente della Commissione europea in pectore dai leader dei 28 Stati membri dell’Unione europea.