Dalla mezzanotte del primo ottobre scorso il governo federale degli Stati Uniti ha interrotto le proprie attività non essenziali, chiudendo di fatto alcuni dei propri uffici. È l’effetto del mancato accordo sul bilancio per il nuovo anno fiscale, che il Congresso americano avrebbe dovuto raggiungere entro il 30 settembre scorso. Ma c’è un’altra data segnata in rosso sull’agenda di Obama: se entro il 17 ottobre il Congresso non raggiungerà l’accordo sull’innalzamento del tetto del debito, il rischio è che gli Stati Uniti facciano default. È un braccio di ferro, quello che vede impegnati Obama e i Repubblicani, che riflette la pericolosa polarizzazione della scena politica americana e che sta tenendo in ostaggio un intero paese. Le conseguenze di questo scontro politico travalicano i confini degli Stati Uniti e si riflettono sulle relazioni con i loro partner. In gioco, ci sono la credibilità degli Usa a livello internazionale e la possibilità di continuare a esercitare quel ruolo di leader al quale, nonostante palesi difficoltà, non sembrano pronti a rinunciare. (...)