Gli sbarchi sulle coste europee sono tornati ai livelli pre-crisi, ma il numero di rifugiati nel mondo continua a crescere e ha superato quota 25 milioni, mentre gli sfollati interni superano i 40 milioni. Cifre che in futuro potrebbero salire ancora, come dimostrato dagli effetti della crisi in Venezuela.
L’UNHCR è la principale organizzazione delle Nazioni Unite impegnata nella protezione dei diritti di rifugiati, sfollati e apolidi, affinché tutti possano esercitare il diritto di asilo ed essere accolti in sicurezza in un altro Stato. È presente in 127 Paesi del mondo e periodicamente offre delle posizioni di tirocinio nei vari uffici con l’obiettivo di dare anche ai più giovani la possibilità di conoscere da vicino il lavoro nel settore umanitario e fare esperienza in un contesto internazionale.
Europe is experiencing the worst refugee crisis since World War II. Involving religious organizations in drafting and implementing policies to tackle this issue can maximize effective delivery of services to refugees and improve their integration process in the receiving countries.
Spesso le organizzazioni internazionali si sono chieste quale fosse lo strumento migliore per sensibilizzare l’opinione pubblica sul delicato tema dei rifugiati. Tra le molte iniziativa proposte negli ultimi anni, vi presentiamo oggi quella realizzata dall’Alto Commissariato per i Rifugiati (UNHCR). (...)
Il conflitto siriano è ormai entrato nel suo quinto anno e, dopo più di 250.000 vittime e 7 milioni di sfollati, di cui più di 4 milioni rifugiati all’estero (ed è bene ricordare che solo una piccolissima parte di questi sceglie la via per l’Europa, mentre la grandissima maggioranza è ripartita tra Turchia, Libano e Giordania), la situazione sul campo continua a segnare uno stallo che sembra senza uscita.
Se le immagini delle auto che si sono recate in Ungheria per soccorrere i migranti ti hanno colpito, se le foto della gente che accoglieva i profughi con i cartelli “Welcome Refugees” ti hanno commosso, se vorresti essere a fianco dei volontari che stanno distribuendo cibo e vestiti a chi scappa dalla guerra, allora questo post è per te. (...)
Ricorre domani, 20 giugno, la giornata mondiale del rifugiato. Secondo l’ultimo rapporto UNHCR "Un mondo in guerra", sono quasi 60 milioni le persone in fuga da guerre e violenze nel 2014. Se queste persone fossero riunite in un paese, formerebbero il 24° paese più popoloso al mondo (appena dopo l’Italia). Un dato in forte crescita – 8,3 milioni in più rispetto al 2013 – anche se la drammatica impennata ha avuto inizio nel 2011, anno dello scoppio della crisi siriana e di quella libica. Proprio la molteplicità di focolai di crisi e conflitti in corso in questo momento storico dovrebbe spingere a una riflessione circa la relazione tra contesti di crisi, bisogni della popolazione e necessità di una risposta politica, che sempre di più tarda ad arrivare. Allo stesso tempo, è importante contestualizzare la questione all’interno del più vasto fenomeno dei flussi migratori mondiali, allo scopo di elaborare analisi e proposte quanto più complete e approfondite.
Nessuno sa veramente quanti campi di rifugiati esistano nel mondo. Nel 2012 quelli ufficialmente censiti erano 700, ma ce ne sono in realtà centinaia di altri che si sottraggono al conto. Piccoli campi organizzati da comunità e amministrazioni locali. Campi provvisori creati dalle autorità di sicurezza, senza coordinamento con le Nazioni Unite. Campi gestiti da piccole organizzazioni religiose, da Ong locali, dalle comunità della diaspora. Campi informali costituitisi con il graduale assembramento di rifugiati in fuga. Ci sono anche centinaia di migliaia di rifugiati che sono ospitati da famiglie nelle proprie case, o vivono in edifici occupati nelle città.
Foto: Davanti a una scuola danneggiata durante l'ultimo conflitto a Gaza, estate 2014 (Archivi UNRWA)