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Sarkozy

Country to Watch 2014 - Francia

La grande novità della Francia per il 2014 potrebbe essere una vecchia conoscenza,  Nicolas Sarkozy. Il ritorno sulla scena dell’ex presidente è più che una speculazione giornalistica. Lo vogliono la cerchia di fedelissimi, gran parte dell’elettorato moderato e soprattutto lo vuole lui. Qualcuno, con enfasi bonapartista, parla di “destino”, anche se c’è da dubitare che basti un revival carismatico a colmare il fossato fra cittadini ed élite e la sfiducia generalizzata nel sistema paese.

La Francia vira a destra: Front National diventa primo partito

La vittoria del Front National a Brignoles, contro un candidato della destra moderata sostenuto però teoricamente anche dalla sinistra, ha gettato nel panico la politica francese. Il risultato del piccolo centro provenzale sarebbe la conferma di ciò che in molti temono: a poca distanza dalle elezioni comunali che interesseranno le città più importanti in marzo, e dalle europee di maggio, secondo i sondaggi la formazione guidata da Marine Le Pen è la forza politica più votata del paese.

Sarkozy, Hollande and the end of “Merkozy”

François Hollande and Nicolas Sarkozy are often said to be deeply opposed. The first would be more inclined to maintaining public spending, which does not fit with the current European budgetary discipline policies. The second, more experienced at the helm, would have the benefit of greater credibility on European issues. This crude opposition is too simplistic to be satisfying.

Hollande e Sarkò spaventano i mercati, lo dice la Cour des comptes

Nelle elezioni francesi è mancato un arbitro, un giudice, un attore che riuscisse a indicare se il tracciato pensato per la Francia dallo sfidante François Hollande o dall’uscente Nicolas Sarkozy fosse praticabile e utile al paese. In economia questa istituzione esiste: è la Court de Compts, la Corte dei conti. E se potesse votare, annullerebbe la scheda. 

Dopo Sarkozy l’Africano: ancora un posto al sole per la Francia?

È sull’Africa – intesa in senso ampio, continentale – che Nicolas Sarkozy si è giocato una parte importante dei suoi cinque anni di mandato non solo in termini di politica estera. Con la nomina di Rachida Dati, figlia di genitori maghrebini, a ministro della Giustizia e di Rama Yade, nata in Senegal e naturalizzata francese, a vice-ministro degli Esteri, il presidente francese aveva voluto dare un segnale tangibile del contributo che le cosiddette seconde generazioni – per la maggior parte africane – potevano dare alla politica francese.

Una Francia diversa a trattare con l’Europa

Dopo il dissenso con gli Stati Uniti sulla guerra in Iraq e il referendum che ha affossato la costituzione europea, Nicolas Sarkozy cominciava il suo mandato in una situazione di estrema difficoltà. Persino i suoi critici gli riconoscono di avere riallacciato molti fili e aver ridato alla Francia il ruolo più confacente nelle relazioni transatlantiche ed europee. Il ritorno della Francia nel comando integrato della Nato, il trattato di Lisbona e la sempre più stretta sintonia con la Germania nell'affrontare la crisi del debito sono fra i passi positivi della sua presidenza.

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