Dopo due anni di pandemia, il 2022 doveva essere un anno liberatorio. E invece è arrivata, imprevedibile, la tempesta. L’invasione russa dell’Ucraina ha lasciato tutta la comunità internazionale attonita. I venti della discordia sembravano sul punto di far saltare anche i fragili equilibri fra Cina e Taiwan. I prezzi dell’energia si sono impennati, e l’inflazione è schizzata alle stelle, mentre la globalizzazione sembrava andare in frantumi.
Si avvicina l’autunno, e la “morsa energetica” della Russia nei confronti dell’Europa si fa sempre più stretta. La Commissione e i governi UE cercano un difficile accordo per una controffensiva a difesa delle economie europee. Tuttavia le proposte di tetti sui prezzi del gas sono variamente fattibili ed efficaci: alcune ci porterebbero rapidamente allo scontro frontale con Mosca, altre potrebbero ridurre i prezzi delle bollette nel breve periodo. Ma tutte si espongono al rischio di rivelarsi infruttuose. Ecco perché.
Il 2022 è stato per l’Europa l’anno della crisi energetica. Il prezzo del petrolio continua a rimanere al di sopra della media di 60$ al barile, quello del gas è stato in media di sette volte più alto rispetto al periodo pre-crisi, e quello del carbone è quadruplicato. Siccome in Europa più di un terzo dell’elettricità proviene da fonti fossili, l’aumento del prezzo di gas e carbone è risultato in bollette più salate per tutti.
Ieri Thierry Breton era a Madrid per presentare al Primo ministro spagnolo Pedro Sánchez la sua nuova proposta: il Clean Tech Act. Dopo Varsavia, Bruxelles e Parigi, la capitale spagnola è la quarta tappa del commissario europeo per il mercato interno, impegnato nel tentativo di convincere i paesi europei a fare fronte comune contro i sussidi Usa contenuti nell’Inflation Reduction Act (IRA).
Trilemma energetico: questo il termine che si utilizza con frequenza in riferimento alla sfida di fornire energia sostenibile, sicura e conveniente. Negli ultimi anni, soprattutto in Europa, si è posto l’accento sulle caratteristiche di sostenibilità e convenienza. Il piano “Pronti per il 55%” dell’UE promette una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030, con l’obiettivo di un azzeramento delle emissioni nette di gas climalteranti entro il 2050.
Il 24 febbraio 2022, il mondo moderno così come lo conoscevamo noi è cambiato. L'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina ha generato una vasta crisi umanitaria, riportando la guerra nel cuore dell'Europa dopo diversi decenni di pace, con un conflitto le cui onde d'urto si sono propagate attraverso i mercati energetici mondiali.