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spesa militare

Jens Stoltemberg: la NATO guarda a nord?

Con la nomina dell’ex primo ministro norvegese Jens Stoltenberg a segretario generale designato della Nato si è chiusa, in un modo per certi aspetti inaspettato, la lunga parabola della successione ad Anders Fogh Rasmussen, che lascerà l’incarico il prossimo 30 settembre, dopo il termine del vertice dell’Alleanza di South Wales.

Cina, tagliarne uno per riformarne cento

Miscela Strategica
Il budget cinese destinato al settore militare è da tempo in crescita, tanto da aver fatto guadagnare a Pechino il secondo posto nella classifica delle spese militari mondiali. Sebbene tale aumento sia la conseguenza di un processo di modernizzazione delle capacità militari avviato più di vent’anni fa, esso viene percepito come una minaccia sempre più reale dagli stati limitrofi e dagli Stati Uniti. Vediamo in cosa consiste la riforma e perché è così temuta.

Prove tecniche di understretching? Obama, gli Stati Uniti e il discorso sullo stato dell’Unione

Dopo l’enfasi del discorso d’insediamento e il travagliato iter di ratifica di alcune posizioni-chiave dell’amministrazione, c’era considerevole attesa, dentro e fuori gli Stati Uniti, per il discorso sullo stato dell’Unione in cui Barack Obama avrebbe, di fatto, tracciato le linee-guida del suo secondo mandato presidenziale . Quello che ci si attendeva era, fra l’altro, un chiarimento sulle priorità della presidenza “2.0” in ambito internazionale, rimaste in ombra sia nel corso della campagna elettorale, sia nelle prime settimane di vita del nuovo esecutivo.

Le risorse militari dell’egemonia americana

A lively debate was recently resumed on the purported decline of the United States. Those who argue that the American hegemony won’t last for long base their claim on economic consid-erations. In military terms, however, evidence suggest different conclusions: compared to other major powers, the US has more and better capabilities – enough to protract the unipolar moment for a long time.

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