The Memorandum of Understanding (MoU) concluded at the end of March between China and Italy drove the global community into a frenzy of excitement. Indeed, Italy was the first amongst the Group of Seven industrialized nations (G7) and the founders of the European Union (EU) to commit to China’s infrastructure projects in the context of the Belt and Road Initiative (BRI).
The Italian eagerness to sign a memorandum of understanding with the Chinese government over participation in the Belt & Road Initiative (BRI) sent shockwaves throughout Europe. Under the Eurosceptic coalition government in Rome, Italy has found a friend in China, which sees the ‘forgotten’ port of Trieste as the perfect gateway to the heart of Europe for its 21st Century Maritime Silk Road.
Semplici “aspirazioni”, ma nessuna prospettiva concreta di un’integrazione in Europa. Nella terminologia utilizzata all’interno della dichiarazione congiunta del summit di Riga del 21 e 22 maggio scorso i più smaliziati hanno voluto leggere un’importante battuta d’arresto nello sviluppo del programma di partenariato orientale dell’UE. Difficile dar loro torto, in effetti, soprattutto se si analizza la questione dalla prospettiva del Caucaso meridionale.
Alexander Lukashenko that hosted the summit in Minsk could barely hide his happiness. He did not take a direct part in the 16-hours long negotiations, but got a precious opportunity to transform his status from the one of “the last European Dictator” into the one of the main European peace-maker with the European leaders paying a visit to him.
Un concentrato di attività diplomatica al massimo livello come quello che si profila questa settimana nella regione asiatica appare già di per sé straordinario, quasi come una nuova indicazione simbolica dello spostamento del baricentro geopolitico dall’Atlantico verso Est.
Per tentare di comprendere cosa stia accadendo lungo la sponda arabica del Golfo, occorre guardare, più che al summit dei capi di stato svoltosi il 10-11 dicembre in Kuwait, a ciò che è avvenuto prima e intorno alla riu-nione. Il tradizionale vertice dicembrino del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) si è infatti concluso con i soliti, vaghi impegni per il rafforzamento della cooperazione economica e finanziaria.
«È di vitale importanza che le due potenze ristabiliscano la fiducia, e si riconoscano partner e non rivali», scandiva giorni fa il Global Times, importante costola del Quotidiano del Popolo. Il nuovo presidente cinese Xi Jinping vuole costruire un “Nuovo Corso nelle Relazioni sino-americane”. L'incontro con Obama a Sunnyland li vedrà discutere in maniera informale; il ranch evoca l'estetica di un summit inusuale (per i cinesi). Il precedente: Jiang Zemin ospite di George W. Bush in Texas, nella riservata cornice di Crawford. Altri tempi.