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terrorismo

Iraq: dopo Daesh, il diluvio?

Molto probabilmente, entro la fine dell’anno, Mosul sarà liberata. La presa della città sarà celebrata dal governo iracheno come la sconfitta del califfato che, con la perdita della seconda città del paese, sarà privato del suo centro di gravità in Iraq e si troverà a controllare poche aree marginali e spopolate.

Economica, semplice, efficace: la strategia dell'Isis che tiene in scacco il Medio Oriente

Lo Stato islamico (IS) è ormai da diversi anni un attore importante e cruciale della regione del Mediterraneo e un protagonista dei sommovimenti geopolitici che la stanno coinvolgendo. Vero è che negli ultimi mesi l’IS ha conosciuto svariate sconfitte che ne hanno ridotto considerevolmente il territorio controllato: ha perso in Iraq le città di Ramadi e di Falluja (che controllava dal 2014) ed è in ritirata anche a nord verso Mosul; in Libia il controllo di Sirte; in Siria diverse aree e non è riuscito a mantenere l’offensiva.

Troppi interessi divergenti: la sconfitta dell'Isis può attendere

Le recenti sconfitte subite dallo Stato islamico (IS) in Siria e Iraq – non ultima quella di Manbij che ha bloccato la linea di rifornimenti del gruppo lungo la linea nord-occidentale siriana – e i possibili preparativi russo-statunitensi da un lato e russo-iraniani dall’altro per nuove operazioni militari da lanciare su Aleppo a breve termine ed entro la fine dell’anno su Raqqa e Mosul, hanno convinto i principali attori impegnati nel teatro di guerra siro-iracheno ad un ripensamento delle proprie strategie in nome di un cambio di passo significat

Il pericolo Kosovo tra imam radicali, foreign fighters e diaspora oltre-Adriatico

Le recenti operazioni di polizia effettuate in Italia nel corso dell’ultimo anno e mezzo hanno fatto emergere importanti evidenze circa l’esistenza di una cosiddetta “pista balcanica” del terrorismo. Le indagini hanno rilevato l’esistenza di uno o più network collegati tra loro e attivi tra Macedonia, Bosnia e Kosovo.

Olimpiadi a rischio: quanto è grave la crisi brasiliana

Quando il 2 ottobre 2009 il Comitato olimpico internazionale (Cio), riunito a Copenaghen, decise di assegnare al Brasile e alla città di Rio de Janeiro l’organizzazione dei Giochi olimpici del 2016, non immaginava certo che si sarebbe dovuto pentire di quella scelta. Quando quella decisione fu presa il Brasile era sulla cresta dell’onda e aveva già ottenuto un anno prima dalla Fifa il compito di ospitare la Coppa del mondo di calcio nel 2014.

Media e terrorismo, se i morti di Kabul ci riguardano

Mentre gli occhi dell’Europa sono puntati su quanto accaduto nella serata di venerdì a Monaco, mentre cittadini sempre più smarriti, confusi, intimoriti seguono dirette televisive in cui la mancanza di informazioni costringe alla mera speculazione – è stato l’Isis, no sono stati i nazisti –, mentre si cerca di ricostruire il legame tra l’ennesimo lupo solitario e la rete del terrore mondiale, per poi accorgersi che non di questo si è trattato bensì dell’ennesimo caso di delirio individuale, contro il quale ben poco c’è da fare se non lasciare all’umana pietà la decisione di

La Francia dopo Nizza: la fine dell'unità nazionale

Charlie Hebdo, Hyper Cacher, Montrouge, Saint-Quentin-Fallavier, treno Thalys, Bataclan e Stade de France, commissariato del 18° arrondissement, Magnanville e Nizza: mentre l’impressionante elenco degli attacchi rivendicati dallo Stato islamico (Isis) sul suolo francese si allunga in maniera drammatica, l’unità nazionale si decompone progressivamente.  Dopo gli attentati di gennaio e novembre 2015 i parlamentari avevano simbolicamente intonato la Marsigliese, cantata all’unisono dall’intero emiciclo.

Attacco a Monaco: matrice incerta, trend preoccupante

Un altro fine settimana è stato macchiato da un atto terroristico in una grande città europea. Il teatro questa volta è stato Monaco di Baviera, in Germania, dove una persona armata ha sparato sulle persone, uccidendone almeno nove, prima di suicidarsi egli stesso. Le modalità dell’attentato sembrano essere quelle tipiche dei cosiddetti “lupi solitari” e, fin dai primi momenti, in molti hanno identificato nel radicalismo islamico (direttamente o indirettamente collegato allo Stato Islamico, IS) la matrice. 

Le lezioni di Nizza

«Strappa il tuo biglietto aereo per la Turchia: il paradiso è lì attorno a te». Sono le parole pronunciate da un jihadista francese direttamente dai territori controllati dall’auto-proclamato Stato islamico in Siria e in Iraq. Si è rivolto con un video, qualche settimana fa, ai suoi amici e aspiranti compagni d’arme che si trovavano ancora nell’Esagono.

Istanbul dopo Parigi e Bruxelles: cosa ci insegna il “commando suicida”? Gli effetti del “Nuovo Terrorismo Insurrezionale” di matrice islamica

Abstract

Afghanistan. Cambio al vertice talebano e processo di pace a rischio

La morte del mullah Mansour e la nomina del nuovo vertice dei talebani – Un attacco drone, lanciato dagli Stati Uniti, ha ucciso il leader dei talebani nella provincia pachistana del Belucistan lo scorso 22 maggio; scompare così il discusso mullah Aktar Mohamad Mansour, capo dei talebani afghani succeduto allo storico leader del movimento, il mullah Mohamad Omar, deceduto nel 2013 ma la cui morte fu resa nota solamente due anni dopo, nel luglio del 2015.

L’ombra di Orlando: quali conseguenze per le presidenziali USA?

La strage di Orlando compiuta da Omar Mateen e rivendicata dall’ISIS, con l’uccisione di 50 persone e il ferimento di altrettante in un gay club piomba inaspettatamente sulla campagna elettorale americana ponendo in primo piano sia la questione relativa al porto d’armi che sia i rischi legati al terrorismo. (...)

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