Dopo una lunga seduta fino a tarda notte il Consiglio europeo straordinario su Brexit si è chiuso concedendo la seconda proroga in meno di un mese: Londra potrà restare nell’Ue fino al 31 ottobre, anche se potrebbe comunque decidere di uscirne prima. A patto, però, che Westminster ratifichi l'accordo di recesso. Per il momento, è stato dunque evitato un’altra volta il rischio di una uscita senza accordo del Regno Unito. Quali sono dunque gli scenari di questa proroga “media”?
Chiunque conosca la storia d’Europa e ami la democrazia non può che essere triste nel vedere il lento disfacimento della Gran Bretagna. Il problema non è tanto la sua uscita dalla Ue quanto il modo in cui vi è arrivata, il suo caotico viaggio verso l’uscita, la tremenda mediocrità della sua classe politica. A cominciare dalla leggerezza con la quale nel 2016 David Cameron condusse il paese verso un referendum che era un appuntamento con la storia.
A pochi giorni dall’attentato a Westminster e dalle celebrazioni dei 60 anni dei Trattati, l’Unione europea che abbiamo conosciuto sinora rischia di non esistere più. Infatti, Londra consegna oggi la notifica a Bruxelles per avviare i negoziati che la porteranno fuori dall’Ue. Anzi, nelle intenzioni della premier Theresa May, la porteranno anche fuori dal Mercato Unico, con la conseguenza di dover riscrivere ex novo i rapporti con l’Unione.