Turchia e Russia cercano un’intesa per il grano. Kiev teme che i russi ne approfittino per attaccare i porti e Mosca chiede in cambio lo stop alle sanzioni.
Turchia e Russia cercano un’intesa per il grano. Kiev teme che i russi ne approfittino per attaccare i porti e Mosca chiede in cambio lo stop alle sanzioni.
Negli ultimi mesi la Turchia è stata sotto i riflettori internazionali per il suo ruolo di mediatore tra Russia e Ucraina.
Il presidente turco Erdoğan si è opposto alla domanda di adesione alla Nato che Svezia e Finlandia hanno presentato in questi giorni. Dall’inizio del conflitto la Turchia si è riproposta più volte come mediatrice tra le parti ma ora il suo ruolo non è chiaro. Per capire meglio cosa sta succedendo in Turchia, Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e Silvia Boccardi parlano con Valeria Talbot, responsabile dell’Osservatorio Medio Oriente e Nord Africa dell’ISPI
Durante la visita ufficiale in Uzbekistan tra 28 e il 30 marzo, il presidente turco Recep Erdogan ha stretto una serie di accordi commerciali con il suo omologo uzbeko Mirziyoyev, esprimendo anche la volontà di trasformare la cooperazione tra i Paesi in una partnership strategica.
Prima ancora che la crisi tra Russia e Ucraina si trasformasse in guerra aperta, la Turchia si è a più riprese proposta come mediatore tra le parti, proprio in virtù dei buoni rapporti con entrambi i Paesi. Pur avendo condannato, anche in seno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’invasione della Russia e sostenuto la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, Ankara non ha aderito alle sanzioni economiche occidentali, come del resto non lo aveva fatto in occasione dell’occupazione russa della Crimea nel 2014.
Continuano gli attacchi attorno a Kiev e a Kharkiv, mentre peggiora l’assedio di Mariupol. Oggi nuovo round tra Ucraina e Russia. Zelensky “Le richieste di Mosca sono più realistiche”
L’invasione di Mosca ha messo Erdogan, che intrattiene buone relazioni con entrambe le parti in campo, in una posizione difficile. Soprattutto sul fronte economico.
Il precipitare della crisi tra Russia e Ucraina in una vera e propria guerra mette la Turchia, che intrattiene buone relazioni con entrambi i paesi, in una posizione difficile. Il rapporto con Mosca si è sviluppato negli anni seguendo il doppio binario della cooperazione e della competizione, in quella che alcuni analisti definiscono una interdipendenza asimmetrica a favore di Mosca. Oltre alla relazione personale tra il presidente turco Erdoğan e il suo omologo russo Putin, la cooperazione tra Turchia e Russia si è sviluppata in diversi ambiti.
La Turchia si trova ancora una volta alle prese con una crisi valutaria e con l’instabilità della sua economia che hanno pesanti ripercussioni a livello sia politico sia socio-economico. Di fronte al vertiginoso aumento dell’inflazione e al rincaro dei beni di prima necessità crescono le difficoltà della classe medio-bassa di provvedere ai propri bisogni primari, mentre resta da vedere quali saranno gli effetti di alcune misure tampone adottate dal governo, sullo sfondo della quarta ondata pandemica provocata dalla diffusione della variante Omicron nel paese.
Crollo della lira e cambiano gli scenari politici. Erdogan, indebolito da un calo di consensi, è alla ricerca di nuovi alleati, interni e esterni.
Oggi Erdogan è atterrato in Albania in visita ufficiale. È una notizia: di questi tempi per il presidente turco essere accolto con tutti gli onori su suolo europeo è qualcosa di piuttosto raro.
Con l’occasione, Erdogan ha consegnato ufficialmente centinaia di case, ricostruite con i soldi di Ankara dopo il grande terremoto del 2019. Ennesimo simbolo dell’amicizia turco-albanese: una partnership stretta, ma anche una delle poche che il presidente turco non abbia messo in crisi negli ultimi anni.