La Gran Bretagna va alle elezioni sovvertendo tutte le previsioni immaginate non più di qualche mese fa. In autunno la questione scozzese sembrava archiviata, sulla scorta del referendum che aveva bocciato la proposta ' indipendenza avanzata dallo Scottish National Party (Snp) e l’accento era sullo United Kingdom Independence Party (Ukip), ovvero sul dilagare di una forza di stampo populista, ancorché non del tutto assimilabile ai partiti dell’Europa continentale a cui spesso viene associato.
Poco meno di un anno fa, all'interno del mio contributo al Rapporto Ispi 2014, scrivevo della prevedibile ascesa nell’Unione Europea dei partiti nazional-populisti, confermata poi dalle elezioni di maggio, con la rilevante eccezione dell’Olanda, dell’Austria e, in parte, dell’Italia. Partiti euroscettici come l’Ukip britannico e il Front National francese sono risultati primi per consensi nei rispettivi paesi.
Mentre si stava votando per le elezioni europee in Gran Bretagna, il panorama politico appariva largamente condizionato dalla tendenza euroscettica, incarnata dallo UK Independence Party (UKIP), diretto da Nigel Farage, il quale ha saputo coinvolgere in modo crescente l’opinione pubblica britannica, nel corso degli ultimi anni. Quanti saranno i parlamentari europei che siederanno a Bruxelles e che rappresenteranno lo UK Independence Party?
Il Partito britannico dell’indipendenza (UK Independence Party – Ukip) venne creato all’inizio degli anni Novanta (1993), in seguito alla dissoluzione della Lega Anti Federalista, nata nel 1991 per contrastare le proposte contenute nel Trattato di Maastricht.