Focus Mediterraneo allargato n. 4
Executive Summary
Executive Summary
Political and economic prospects in the Western Balkans seemed promising in early 2000s, with countries leaning to the European Union for a prosperous future. Unfortunately, new and old Balkan problems are (re)emerging today, with political and ethnic divisions more entrenched than before due to poor economic performance, instability, corruption and lack of clear–cut prospects for the future. In the meantime, rising euroscepticism and "enlargement fatigue" in the EU have resulted into a stand–by of future enlargements.
A pochi giorni dall’attentato a Westminster e dalle celebrazioni dei 60 anni dei Trattati, l’Unione europea che abbiamo conosciuto sinora rischia di non esistere più. Infatti, Londra consegna oggi la notifica a Bruxelles per avviare i negoziati che la porteranno fuori dall’Ue. Anzi, nelle intenzioni della premier Theresa May, la porteranno anche fuori dal Mercato Unico, con la conseguenza di dover riscrivere ex novo i rapporti con l’Unione.
Mentre l’Unione europea celebra i sessant’anni dalla firma dei Trattati di Roma, il progetto di integrazione affronta una delle fasi più difficili della sua storia. Un Regno Unito ancora scosso dall’attentato di Westminster avvierà formalmente il processo di Brexit il prossimo 29 marzo, mentre non è chiaro se e in che misura l’opzione dell’integrazione differenziata ("Europa a più velocità") proposta da alcuni paesi avrà sviluppi concreti.
Il clima di incertezza che domina il contesto internazionale è aggravato da una serie di notizie parziali, fake news e incomprensioni. Con la nuova pubblicazione online "Fact Checking", l’ISPI sceglie di volta in volta un tema di grande attualità su cui intende fare chiarezza, fornendo un’informazione sintetica e il più possibile fondata su dati oggettivi.
UN MAGGIORE IMPEGNO DEGLI ALLEATI – In risposta alle dichiarazioni sulla NATO da parte dell’allora candidato repubblicano alla presidenza USA Donald Trump (l’Alleanza atlantica è “obsoleta”), il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha replicato nel novembre scorso che, malgrado le grandi capacità militari di cui dispongono, gli Stati Uniti non possono pensare di affrontare da soli le prossime sfide alla sicurezza globale.
Intervista a Romano Prodi, Presidente della Commissione Ue (1999–2004) e del Consiglio dei Ministri (1996–1998 e 2006–2008)
In quali aree c'è più bisogno di Europa? E in quali, eventualmente meno?
Quali sono le aree in cui c’è più bisogno d’Europa? In quali eventualmente di meno?
Per come va il mondo e per le sfide che abbiamo di fronte, ritengo che le aree in cui abbiamo più bisogno d’Europa siano la politica estera e quella di difesa, il che vuol dire anche frontiere esterne. Ai temi da mettere in comune aggiungerei quelli di Ventotene, che non ha mai pensato a un super stato, e specialmente quelli del Manifesto dei federalisti europei del 1957, che arriva fino a indicare le materie su cui si è più efficaci se si sta insieme.
I leader dei paesi europei si incontreranno domani per celebrare il 60° anniversario dei Trattati di Roma. Celebrazioni che avvengono in un mondo e in un clima sociale e politico radicalmente diversi da quelli in cui questi documenti furono firmati nel 1957.