Volodymyr Zelensky vola a Washington per incontrare Joe Biden e parlare al Congresso Usa. Una visita cruciale per il presidente ucraino, nel suo primo viaggio all’estero dall’inizio del conflitto.
La crisi in Ucraina al centro del G20 in Indonesia. Zelensky annuncia un piano di pace ma avverte: “Non accettiamo compromessi”. Putin è assente e Mosca è sempre più isolata.
Un razzo russo su una stazione dei treni nell'est del paese ha ucciso 25 persone. Si chiude così la giornata dedicata all’indipendenze dell’Ucraina. Il bilancio di metà anno in guerra è durissimo: oltre 13.000 vittime civili, 6,7 milioni di rifugiati e un’economia in crisi. Nel frattempo, emergono rivelazioni sconcertanti sugli errori dell’intelligence russa.
Il presidente ucraino in collegamento all’evento organizzato da ISPI e Bocconi a Milano: “Grazie Italia, continuate a sostenerci”.
Se sia tutta colpa degli Stati Uniti e Vladimir Putin sia una vittima della Nato, o, invece, se il Presidente russo sia in preda a incontrollabili ambizioni imperiali da XIX secolo – dibattito che in Italia ha assunto la forma di un derby calcistico – è un confronto che esiste da anni, da molto prima della guerra.
L'aggressione russa e le distruzioni in Ucraina lo hanno solo accelerato: il comportamento Usa è stato una provocazione, forse una trappola, oppure Putin ha sbagliato tutto da solo?