«Ragazzi, dobbiamo scegliere. O ci teniamo le nazionalizzazioni e non otteniamo gli investimenti o rinunciamo al nostro atteggiamento e otteniamo gli investimenti». Mandela aveva già scelto ma era suo costume convincere prima anche i suoi. Era appena tornato da Davos e al World Economic Forum l’accoglienza che gli aveva riservato il capitalismo mondiale era stata trionfale. Gennaio del 1992 stava finendo: l’Urss non esisteva più e con essa il comunismo fuori da Cuba, dalla Siria e dalla Corea del Nord. Il grande business e una nuova parola, “globalizzazione”, erano la promessa.