Sono intervenuti: Alessandro COLOMBO, ISPI e Università degli Studi di Milano; Viviana MAZZA, Corriere della Sera; Gianluca PASTORI, Università Cattolica e ISPI; David UNGER, Giornalista e Johns Hopkins University Bologna. (...)
Domenica notte si terrà il secondo dibattito tra Hillary Clinton e Donald Trump. I due candidati si incontreranno all’Università di St. Louis in Missouri alle 3.00 ora italiana. Clinton arriva a questo appuntamento forte di una vittoria, anche se modesta, al primo incontro e di un crescente vantaggio nei sondaggi. Trump, invece, sa che deve recuperare consenso ma non è ancora chiaro se ricorrerà a un atteggiamento più aggressivo, come minacciato all’indomani del primo faccia a faccia, o a un approccio più calmo e “presidenziale” seguendo il modello di Mike Pence, che ha battuto il democratico Tim Kaine nel dibattito tra i candidati vice-presidente. (...)
Panel: Francesco DAVERI, Università Cattolica di Milano; Giuseppe SARCINA, Corriere della Sera (in collegamento dagli Stati Uniti);Danilo TAINO, Corriere della Sera; Stefano VENTURI, American Chamber of Commerce in Italy e Hewlett Packard Enterprise Italia
Il primo dibattito faccia a faccia fra Hillary Clinton e Donald Trump ha sostanzialmente confermato le previsioni della vigilia e sottolineato una volta di più i rapporti di forza che esistono fra i due candidati in corsa per la prossime presidenziali statunitensi. Anche la ‘vittoria ai punti’ che i media hanno attribuito all’ex Segretario di Stato rispecchia lo scarto ridotto che la separa nei sondaggi dal tycoon newyorkese (2,3 punti percentuali di media secondo i dati di Real Clear Politics, con una situazione di sostanziale parità nelle rilevazioni Reuters/Ipsos e Bloomberg). La prima impressione è che - nel confronto diretto - la maggiore esperienza politica della Clinton abbia ‘pagato’ più dalla volontà di Trump di affermare la propria credibilità come possibile Presidente. Forte dei quattro anni trascorsi alla guida del Dipartimento di Stato, il candidato democratico ha avuto gioco facile nel mettere in luce la scarsa esperienza del rivale in campo internazionale. (...)
Si terrà questa sera alle 21.00 (le 3.00 del mattino in Italia) il primo confronto televisivo tra i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, Donald Trump e Hillary Clinton. Novanta minuti senza interruzioni pubblicitarie, domande a bruciapelo, un minuto e mezzo per le risposte. Una vera e propria performance in cui a vincere con ogni probabilità non sarà chi dimostrerà di avere il programma migliore, bensì chi sarà in grado di esporre le proprie idee con efficacia, reggendo alla pressione dei tempi serrati e agli attacchi incalzanti dell’avversario. Gli argomenti su cui si confronteranno i candidati sono tre: "Securing America", "America’s direction" e "Achieving prosperity". Quali sono le posizioni di partenza dei candidati? In questo Focus, una breve guida a questi argomenti, per arrivare preparati a quello che si prepara ad essere il principale appuntamento di questa singolare corsa verso la Casa Bianca. (...)
I rapporti tra Stati Uniti e Messico sono al centro della campagna elettorale, soprattutto dal lato repubblicano, in relazione a una tematica prioritaria per i cittadini americani come è quella dell’immigrazione. In particolare, Trump ha promesso di costruire un muro al confine col Messico, pagato interamente da quest’ultimo. L’esito dell’incontro con il presidente messicano è però stato disastroso per Trump. Le discussioni “molto sostanziali, dirette e costruttive”, sono in realtà servite a mostrare tutta la sua debolezza in merito al punto centrale della campagna elettorale. (...)
Fabrizio Goria
1. How has the American electorate changed over the last years and what is the possible impact on the forthcoming elections?
Si è tenuto ieri, 15 giugno, il primo dibattito "2016:USA al voto" incentrato sulle elezioni americane, ormai contrassegnate dalla corsa a due tra Hillary Clinton e Donald Trump. Il faccia a faccia ha coinvolto l’ambasciatore Gabriel Guerra Mondragon (Democratico) ex Ambasciatore statunitense in Cile sotto l'amministrazione di Bill Clinton e funzionario del Foreign Service del Dipartimento di Stato per 14 anni, e Kurt Volker (Repubblicano) esperto di politiche di sicurezza, ex Deputy Assistant Secretary of State for European and Eurasian Affairs e Ambasciatore alla Nato durante l’amministrazione Bush. (...)
Con la vittoria di Hillary Clinton nelle primarie di Washington DC, si conclude definitivamente la stagione delle primarie statunitensi, che hanno visto vincitori la Clinton per il Partito democratico e Donald Trump per i repubblicani. Con il 78% delle preferenze, l’ex First Lady conquista anche l’ultimo territorio chiamato alle urne per il Partito dell’Asino, sconfiggendo definitivamente Bernie Sanders, che non va oltre il 21% dei voti. Gli eventi di Orlando e la nomination già matematicamente conquistata dalla Clinton hanno tolto molta attenzione a questo voto e la notizia principale risiede nell’incontro tra i due principali esponenti democratici a Washington per coordinare i loro sforzi nella battaglia finale contro Donald Trump. (...)
La strage di Orlando compiuta da Omar Mateen e rivendicata dall’ISIS, con l’uccisione di 50 persone e il ferimento di altrettante in un gay club piomba inaspettatamente sulla campagna elettorale americana ponendo in primo piano sia la questione relativa al porto d’armi che sia i rischi legati al terrorismo. (...)
Si sono tenute ieri, 7 giugno 2016, le votazioni per le primarie americane in sei Stati: California, Nord e Sud Dakota, Montana, New Mexico e New Jersey. I risultati nel Partito democratico hanno premiato Hillary Clinton, che ha riportato vittorie in California (57,1%), New Jersey (63,3%), New Mexico (51,5%) e Sud Dakota (51%), mentre lo sfidante Bernie Sanders ha conquistato Nord Dakota (64,2%) e Montana (50,9%).
Hillary Clinton ha raggiunto ufficialmente il numero magico di 2383 delegati necessari per la candidatura automatica per il Partito democratico. La sfida per la Casa Bianca vedrà ufficialmente contrapposti Hillary Clinton per i democratici e Donald Trump per i repubblicani. La nomination raggiunta dal'ex First Lady sancisce una condizione che ormai sembrava delineata ormai da alcuni mesi, nonostante i tentativi dell'inseguitore Bernie Sanders di porsi come l'unico candidato in grado di sconfiggere il tycoon alle votazioni di novembre. (...)
Donald Trump ha superato il quorum di 1.237 delegati necessari per assicurarsi la candidatura automatica per il Partito repubblicano. La Convention nazionale del Grand Old Party (Gop) che si terrà il 18 luglio a Cleveland in Ohio dovrà solo formalizzare l’incoronazione del tycoon per la corsa alla Casa Bianca.
Sondaggio IPSOS/Reuters condotto tra il 21 e il 25 maggio 2016 su un campione di 1576 americani, dei quali 705 democratici, 535 repubblicani e 186 indipendenti.
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