
Con il 48,3% dei voti, Ted Cruz ha vinto le primarie repubblicane in Wisconsin, ottenendo 33 delegati e portandosi dunque a 237 delegati di distanza da Donald Trump. Quest’ultimo si è classificato secondo nella competizione del “badger state”, che assegna i delegati repubblicani con un metodo maggioritario (winner-take-most), ottenendo così 3 delegati a fronte di un 35,1% di consensi. Terzo, con ampio distacco, il governatore dell’Ohio John Kasich (14,1% dei voti).
Sul fronte democratico, Bernie Sanders si è imposto su Hillary Clinton (56,5% delle preferenze contro il 43,1% di Clinton), ottenendo però 45 delegati contro i 31 di Clinton, per via del metodo proporzionale con cui vengono assegnati i delegati democratici nel Wisconsin.
La situazione attuale dunque è la seguente:
La vittoria di Cruz in Wisconsin rappresenta l’ancora di salvezza per i repubblicani che guardano con malcelata preoccupazione alla probabilità che Donald Trump venga investito della nomination del partito. Il Super PAC “Our Principles” ha già messo in atto una potente campagna anti-Trump, alla quale si è aggiunta negli ultimi giorni una forte polemica attorno alla figura del miliardario per via di alcune prese di posizione ancora più controverse rispetto a quanto l’elettorato americano sia già stato abituato. Prima i commenti poco lusinghieri nei confronti della moglie di Ted Cruz, poi la difesa a oltranza del proprio campaign manager, accusato di percosse nei confronti di una giornalista. Prese di posizione, queste, che si sono aggiunte alle precedenti dichiarazioni circa il fatto che le donne che decidono di abortire dovrebbero essere punite, e che sembrano dunque aver contribuito all’alienazione del voto dei moderati. Secondo gli exit poll per il Wisconsin, il 58% degli elettori ha dichiarato di essere “preoccupato” o “spaventato” dall’ipotesi della vittoria di Trump; il 37% dichiara che, in caso di testa a testa Clinton-Trump, voterebbe per Hillary Clinton, per un candidato indipendente oppure opterebbe per l’astensione.
Ora, occhi puntati sul prossimo importantissimo appuntamento elettorale: il 19 aprile si vota nello stato di New York, i delegati in palio saranno 95 per il GOP e 291 per i democratici. I giornalisti di FiveThirtyEight assegnano a Donald Trump il 99% delle possibilità di vittoria in campo repubblicano e a Hillary Clinton il 96% in campo democratico. Sempre secondo i modelli statistici di FiveThirtyEight, la competizione in campo repubblicano dovrebbe assestarsi attorno a questi risultati: Trump 52,1%, Cruz 23,8%, 21,9%. In campo democratico, invece, Clinton dovrebbe ottenere il 61% delle preferenze, contro il 37% di Sanders.
Ricordiamo che nello stato di New York i delegati repubblicani vengono assegnati con il metodo maggioritario: ciò potrebbe accrescere il vantaggio di Trump sull’inseguitore Cruz, soprattutto tenendo conto del ruolo di potenziale “disturbatore” di Kasich. Per ogni distretto elettorale sono tre i delegati in palio, che vengono assegnati con il seguente criterio: se un candidato ottiene la maggioranza assoluta vince tutti e tre i delegati; se nessuno ottiene la maggioranza assoluta, il vincitore della maggioranza relativa ottiene due delegati, mentre il secondo classificato ottiene un delegato. Il team di Cruz sembra temere che il voto anti-Trump venga disperso tra Cruz e Kasich, impedendo al primo di raggiungere la maggioranza assoluta e dunque di ottenere i tre candidati in palio in ogni distretto. Se dunque la corsa in campo democratico sembra ormai destinata a concludersi con la vittoria di Clinton – il distacco è tale per cui Sanders per recuperare dovrebbe ottenere in media il 57% dei delegati in tutti gli stati in cui si deve ancora votare – in campo repubblicano gli scenari sono quanto mai aperti, compreso quello di una brokered convention, ultima spiaggia per l’establishment di un GOP sempre più in crisi.